BALLABIO – Questo è un racconto fiabesco, prima che un articolo. Favola, fantasy, fanta… Ecco: fantapolitica. Quel genere che spesso alimenta discussioni da bar, ma in qualche caso – come dire – ci azzecca. Prima di svelare il livello di attendibilità della nostra storia di oggi, eccone gli ingredienti: mesi e mesi di sparatorie (politiche, beninteso) ad alzo zero, critiche feroci e reiterati voti negativi, ad affossare il bilancio del Comune e preparare quindi la “cacciata” dalla villa comunale del sindaco in carica. Attacchi potenti e verbalmente violenti che iniziano col tema Barech e poi deviano, motivando dissensi e dissidi all’interno della maggioranza con la grana delle indennità aumentate della giunta ballabiese.
E ancora: dichiarazioni al curaro, scontri “social”, accuse durissime in tutte le sedi e l’appuntamento al voto dopo lo scontatissimo commissariamento del Comune.
Ma come in tutte le fiabe degne di questo nome, c’è sempre il colpo di scena. In questo caso anzi, ne capitano diversi. Prima, da Roma via Lecco arrivano i vari rinvii del termine ultimo per l’approvazione dei bilanci preventivi dei municipi – “casus belli” della controversia di casa nostra. Tanto che, come la tela di Penelope, regolarmente quanto dato per certo (l’arrivo del commissario prefettizio in vista delle elezioni anticipate), non avviene. E questo, da fine maggio fino a oltre la metà di settembre. Bussola lamenta il blocco delle attività dell’amministrazione, un’estate di eventi buttata via e tanto altro. Ma intanto non “cade”.
La favola poi vive l’ultimo (ma sarà così?) colpo di scena la sera di lunedì 19 settembre. Quando con già gli scatoloni di scartoffie pronti per lasciare il suo ufficio nella rosea villa, il sindaco ancora in carica scopre con visibilissima sorpresa che il tempo della fascia tricolore non è affatto finito. Anzi. Quella che ai suoi occhi può apparire come la “cattiva” del racconto fa una clamorosa piroetta e con i suoi due sodali spiazza tutti e anziché affossare per l’ennesima e ultima volta bilancio e giunta si astiene – tenendo in vita il ‘governo’ del ridente paese di mezza montagna.
Tuttavia, le sorprese non finiscono mai, specialmente a Ballabio. E dunque da qui alla presunta fine del mandato Bussola-1 (2025…) i “cattivi” sono lì, a minacciare di passare tre anni a fare il tiro al bersaglio contro sindaco e mezza maggioranza rimastagli fedele. Scegliendo di volta in volta cosa possa passare e cosa no, superato lo scoglio di legge della obbligatoria approvazione del famoso bilancio. Insomma come il gatto col topo ma per lunghi 36 mesi o giù di lì.
Una fiaba agrodolce, con più spine che rose e un finale tutto da scrivere, però tendente al cupo.
Ma adesso, trasformiamo il tono dello scritto, passando dalle favole ai fatti. Perché ce ne sono, di fatti e, anche se tutti da confermare, è giusto sapere quel che si dice sull’asse Milano-Lecco-Ballabio.
Notoriamente, “pende” su Alessandra Consonni l’espulsione dalla Lega – motivata dal fatto che lei, militante del Carroccio, ha provato a far cadere una delle (poche) giunte leghiste della provincia di Lecco. Il provvedimento che “cancella” decenni di militanza dell’ex prima cittadina è stato sollecitato dal livello provinciale del partito e sarebbe, guarda un po’, sul tavolo del leader nazionale Matteo Salvini. Mettiamo allora insieme qualche altro elemento. Gira voce dalle parti della Regione che proprio il n.1 della Lega si sia fatto sentire a Lecco e che infine il messaggio sia giunto fin quassù, ai piedi della Grignetta.
Altre favole? Fantapolitica? Il Capitano ha ben altro da pensare? Forse. Ma quando le indiscrezioni arrivano da determinate stanze, anche i giornali più scrupolosi devono prestare attenzione al vociare insistente sugli accadimenti ballabiesi.
Insomma, tra fiaba e realtà, questo paese assomiglia sempre più al vicino Morterone: posti di non grandi dimensioni che suscitano grande attenzione nel mondo della politica (sotto il Resegone per l’insolito patto tra ex DC e Partito Gay, qui per i mal di pancia che vedono contrapporsi leghisti con leghisti, e non solo).
Scomodando a quanto pare i livelli alti – anzi altissimi – del movimento fondato da Bossi.
BN