Ha cominciato Elisabetta a dire: “Benedetta tu fra le donne! Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. Ora tocca a noi: siamo l’ultimo anello di una catena di generazioni che si sono succedute lungo questi venti secoli. Vogliamo anche noi chiamare beata Maria perché si è affidata a Dio e alla sua azione di salvezza. Si è abbandonata completamente a Lui, a Dio, e con lei Dio ha agito liberamente e ha fatto cose veramente grandi.
Noi oggi consideriamo la parte finale delle opere di Dio in Maria: un segno che dona anche a noi una grande fiducia e speranza per il futuro, un segno che è capace di illuminare la nostra vita nel presente, che è spesso oscurata da tante tribolazioni che fanno sentire la tentazione di lasciar perdere e di smettere di lottare. E invece no: c’è questo segno luminoso di Maria che vive nella gloria eterna anche con il suo corpo glorificato. Questo ci dà la certezza di ritrovarci insieme, un giorno, con tutti i nostri familiari, ci dà la forza di continuare a vivere giorno per giorno, ci dà la speranza di affrontare il futuro nella certezza che si tratta di un futuro di bene, di giustizia e di gloria, non un futuro disastroso come tanti fatti che stanno succedendo ci fanno pensare che possa succedere.
Maria si stava rendendo conto che Dio aveva posato il suo sguardo proprio su lei, una piccola e semplice ragazza di Nazareth che era un villaggio di nessuna importanza della Galilea. E allora ripensa al modo di agire di Dio che è quello di annientare i progetti dei superbi, degli orgogliosi e dei prepotenti, di rovesciarli dai loro troni per innalzare gli umili. Dio è capace di ribaltare le situazioni, togliendo i loro beni ai ricchi per ricolmare di beni gli affamati e i poveri e rendere giustizia a chi ha subito l’ingiustizia. Dio agisce così: ha agito così in passato e continua ad agire così anche oggi. Ma per vedere l’opera di Dio in noi e nella storia dobbiamo fare nostro lo sguardo di Maria e dobbiamo condividere la sua fede. Non dobbiamo mai dimenticare che a parlare così è una donna concreta che è passata attraverso tutte le vicende della vita umana: l’accoglienza della volontà di Dio che si è incarnato in lei e che è nato da lei, ma poi sono cominciate subito le persecuzioni le difficoltà, le incomprensioni, le incertezze sul futuro fino al momento culminante del Calvario: quel Figlio che Dio le aveva donato ora le viene tolto in quel modo così doloroso. Ma Lei era lì, sempre affidata e abbandonata nelle mani di Dio e ad aspettare di vedere la sua salvezza: la risurrezione. E oggi vediamo come Dio l’ha ricolmata di grazia e di gloria.
Maria interceda per noi perché possiamo condividere la sua fede incrollabile nell’affrontare tutte le vicende umane che ci riguardano.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone