DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA DOMENICA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ

“Questi è colui che mi ama” dice Gesù. Lo dice ai suoi discepoli di quel tempo, la sera dell’ultima cena con i suoi apostoli e amici, e lo dice a ciascuno di noi oggi. E quale è il segno, la prova che si ama Gesù? “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva!”. Con sincerità, con serenità domandiamoci tutti: “Ma io amo Gesù?”. Ricordando però che la prova che si ama Gesù non è l’insieme di tante cose da fare o di preghiere da dire, non è il compiere imprese che suscitano meraviglie e neppure il provare sentimenti dolci che però vanno e vengono perché sono come delle fiammelle che illuminano e scaldano ma poi si spengono. La prova che si ama Gesù è accogliere la sua Parola e poi fare quello che la Parola dice. Dunque si tratta di una scelta libera che ciascuno di noi compie. L’importante è che si faccia volentieri questa scelta, non da arrabbiati o annoiati e neppure per pura tradizione o per una abitudine che si porta avanti stancamente. Questa è la scelta di partecipare di domenica alla messa perché nella prima parte si proclama la Parola del Signore. Può anche essere la scelta di aprire il libro del Vangelo e leggerlo in qualche parte soffermandoci su qualche frase che ci colpisce in modo particolare. Ma può valere anche per le parole che ricordiamo a memoria. Per esempio le parole del “Padre nostro” sono parole insegnate da Gesù stesso e contengono in sintesi tutto il suo insegnamento.

Poi però bisogna tradurre in atto quella parola che ascolta o si recita, bisogna vivere secondo quella Parola. Mettiamo da parte per ora il fatto che qualche volta è difficile metterla in pratica oppure qualche volta addirittura facciamo il contrario di quello che dice: qui si apre la via del pentimento che porta a chiedere perdono. Oppure pensiamo alla debolezza e fragilità del nostro essere umani.

Oggi consideriamo solo il fatto di volere accogliere la Parola di Gesù. Il solo fatto di accoglierla e di sforzarsi di mettere in pratica quella Parola è un segno sufficiente per dire che Lo amiamo. Ecco allora come continua Gesù: “Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò” e ancora: “Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. Non c’è nessuna altra notizia più bella di questa: siamo amati da Dio che è nostro Padre e siamo amati dal suo Figlio Gesù che ci insegna a vivere come Lui ha vissuto. Siamo dunque nelle loro mani e non ci abbandoneranno mai, in particolare nei momenti più duri delle prove della vita. Ma questo non basta perché due amici possono aiutarsi anche da lontano. Gesù invece dice che il Padre e il Figlio vengono ad abitare in noi. Come è possibile? Siamo abituati a dire che Dio è onnipotente e infinito! Come è possibile che il Padre e il Figlio vengano ad abitare in noi? È possibile se pensiamo al nostro essere più profondo. Anche noi siamo un grande mistero a siamo aperti all’infinito. Questa è la dignità dell’essere umano, la dignità di ciascuno di noi: essere dimora di Dio!. Ma Gesù aggiunge ancora: “Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. Così la presenza di Dio in noi raggiunge la sua pienezza. Questa è la nostra vita di oggi e anche il nostro destino futuro: essere ricolmati di Dio Amore e vivere totalmente immersi in Lui. Questo è possibile anche in questa nostra vita terrena mentre sperimentiamo la fatica del vivere quotidiano, che comporta anche la fragilità fisica, la malattia, la caduta, il pentimento, la conversione. Ma in tutto questo lo Spirito Santo ci arricchisce e ci sostiene con il dono della speranza.

Abbiamo celebrato il Natale di Gesù, la sua sofferenza e morte in croce, la sua risurrezione e il suo ritorno al Padre, e domenica scorsa il dono dello Spirito Santo: abbiamo conosciuto che Dio ci ha creati, ci ha salvati, ci ama e si prende cura di noi. Avendo conosciuto Dio conosciamo meglio anche noi stessi e gli altri: siamo tutti suoi figli!

Quando diciamo “Santissima Trinità” non esprimiamo un concetto difficile da capire con la mente ma un mistero meraviglioso di Amore infinito nel quale siamo chiamati a vivere fin da ora per gustarlo in tutta la sua gioia, per sempre. Per tutto questo non possiamo fare altro che lodare e ringraziare.

E tutto è cominciato ascoltando la Parola che Gesù ci ha rivolto!

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone

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