BALLABIO COME CASARGO? QUALCHE DIFFERENZA, PURE ‘ASSONANZE’ PERÒ CON IL CASO PD-LEGA

BALLABIO – C’era una volta, neanche troppo tempo fa (elezioni amministrative del 2019) uno “strano” accordo tra PD e Lega, nella vicina Casargo. Si trattava, in quel caso, di provare a contrastare un candidato sindaco che invece alla fine “asfaltò” l’avversario, mettendo in campo una inedita alleanza tra membri del Partito Democratico  (l’ex prima cittadina Pina Scarpa, esponente Dem di spicco) e del Carroccio. Giovanni Pasquini, il leghista della situazione, ne uscì con le ossa più che rotte – rimediando una batosta epica: prese appena il 26% dei voti mentre tre quarti del paese incoronava il quasi omonimo Antonio Pasquini, politico orientato a destra che da allora guida il Comune dell’Alta Valsassina.

Un tentativo fallimentare, insomma, che però presenta degli elementi di vicinanza con quanto sta accadendo (per ora nel massimo riserbo) anche sull’asse Ballabio-Lecco.

Dove si cerca disperatamente di dare un barlume di tranquillità alla giunta Bussola, quasi caduta causa rottura interna, tutta leghista, quando una frazione di tre consiglieri su nove votanti della maggioranza ha bocciato il bilancio di previsione del municipio – votando con l’opposizione e mettendo a rischio la stabilità del “governo” del paese.

Si sussurra infatti di approcci proprio sull’asse Lega-PD, per rimediare se non un sì (sarebbe una retromarcia rispetto a quanto accaduto lunedì scorso in aula consiliare) quantomeno una sponda, concretizzabile in astensioni o assenze nelle file della minoranza in occasione della imminente riproposizione del rendiconto nell’estremo tentativo di evitare il commissariamento da parte della prefettura di Lecco.

Elementi “assonanti” con la vicenda di Casargo, sì, ma anche forti differenze: allora si trattò di una iniziativa decisa dall’ex sindaca che ebbe comunque un sostanziale avallo da parte del suo partito – con tanto di simboli comuni nel logo della lista poi pesantemente battuta nelle urne; qui invece traspare una trattativa a livelli “alti” per garantire la tenuta della giunta in carica – ovviamente con qualche contropartita e un mandato “a termine”.

Soprattutto, a caratterizzare diversamente la situazione ballabiese c’è un dettaglio per nulla irrilevante: a capo del gruppo di minoranza di ‘Ballabio Futura’ c’è infatti nientemeno che il segretario provinciale in carica del PD lecchese, Manuel Tropenscovino. Se questo particolare renda più difficoltoso o invece faciliti un accordo politico seppure momentaneo e iper localizzato (che sarebbe comunque piuttosto clamoroso) lo vedremo a breve.

Nel frattempo, tutti i protagonisti della presunta trattativa smentiscono – segno in questi casi che qualcosa di vero sia proprio in corso…

RedPol