SALUTE E FREQUENZA CARDIACA: COME INTERPRETARE IL BATTITO DEL NOSTRO CUORE

Per un monitoraggio completo e accurato del proprio livello di forma fisica è auspicabile essere consapevoli della frequenza cardiaca, anche per riuscire a scoprire in maniera precoce la comparsa di eventuali disturbi cardiaci. Quando si parla di frequenza dei battiti cardiaci si fa riferimento, molto semplicemente, al numero di volte in cui nell’arco di un minuto il cuore compie la propria funzione di pompa. È utile tenere conto del fatto che questo valore non è uguale per tutti, ma varia da una persona all’altra.

La pressione arteriosa

Sono in tanti a credere che il numero di battiti al minuto abbia direttamente a che fare con la pressione del sangue. In realtà non è proprio e non è sempre così, in quanto le due misurazioni non sempre aumentano in maniera proporzionale le une con le altre. Ipotizzando che il numero di battiti cresca in misura significativa, si verifica una spinta del sangue più elevata che, però, viene compensata dall’organismo attraverso la dilatazione dei vasi sanguigni. In questo modo, diminuisce la pressione che viene esercitata sulle pareti. Si tratta di un fenomeno che accade, per esempio, nel corso dell’attività fisica. In caso di allenamento molto intenso, la frequenza cardiaca cresce in maniera significativa, con un aumento fino a quattro volte per uno sportivo; viceversa, l’incremento della pressione arteriosa è decisamente più ridotto.

Come si rileva il battito cardiaco

Il battito cardiaco può essere rilevato in tanti modi e in diversi punti: sul polso, ovviamente, ma anche sul lato del collo, all’interno del gomito e sul dorso del piede. Inoltre, si può misurare la frequenza cardiaca in altri punti nei quali i vasi arteriosi si trovano in prossimità della pelle: per esempio, il lato interno del piede, la tempia, l’inguine o l’incavo del ginocchio. Nel caso in cui si sia interessati a misurare la frequenza al polso, occorre mettere i polpastrelli del dito indice e del dito medio sul lato interno del braccio opposto, in corrispondenza della base del pollice. A questo punto è sufficiente compiere una lieve pressione mantenendo piatti i polpastrelli in modo da percepire le pulsazioni stesse.

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I battiti bassi: la bradicardia

Se si riscontra un numero di battiti minore di 60 non vuol dire che c’è un problema; ciò potrebbe essere la conseguenza di alcuni medicinali che vengono assunti, come per esempio i beta-bloccanti. Inoltre, anche le persone molto atletiche possono mostrare una frequenza cardiaca ridotta, e così pure coloro che svolgono attività sportiva in maniera intensiva. In linea di massima, i soggetti che sono attivi fisicamente molte volte sono caratterizzati da frequenze cardiache più basse; il muscolo cardiaco, infatti, è allenato, e quindi non deve lavorare troppo per raggiungere una condizione di stabilità.

Il rischio di attacco cardiaco

Alcune recenti ricerche lasciano intendere che nei soggetti che a riposo hanno una frequenza cardiaca di più di 76 battiti al minuto è più elevato il rischio di attacco cardiaco. Come si è già avuto modo di notare, in condizioni di riposo la frequenza cardiaca è tanto più bassa quanto più un soggetto è fisicamente in forma. Per esempio, anche se una frequenza di 80 a riposo è corretta, questo non vuol dire che sia sinonimo di buona salute. Mentre la bradicardia corrisponde a un polso rallentato, la tachicardia equivale a un polso accelerato, con una frequenza di oltre 100 battiti al minuto a riposo. La posizione del corpo può condizionare lievemente la frequenza cardiaca. I primi secondi in cui si è in piedi dopo essere stati seduti, infatti, vedono un leggero incremento del numero di battiti.