BARECH, GRUPPO CONSONNI: “NESSUN CHIARIMENTO, GIUDIZIO NEGATIVO CONFERMATO”. I DISSIDENTI AUSPICANO UNA “RIDEFINIZIONE PARTECIPATA”

BALLABIO – Ci hanno impiegato una settimana, alla fine i “dissidenti” nella maggioranza in consiglio comunale capeggiati dall’ex sindaca di Ballabio Alessandra Consonni hanno partorito un lungo comunicato, duro nei toni ma tutto sommato non definitivo. L’auspicio finale di una “ridefinizione partecipata” del progetto Combi Arialdo-Barech sa più di vecchia DC che di Lega anni duemilaventi, ma tant’è.

Ecco la nota dei “consiglieri e assessori” contrari all’edificazione – così come prospettata – del nuovo capannone industriale nel pratone sulla via per Morterone:

In seguito alla conferenza stampa svoltasi lunedì 16 maggio al dichiarato fine di “fugare ogni dubbio” sulla questione Combi Arialdo, esaurito opportuno esame, esprimiamo la nostra valutazione sulle spiegazioni ricevute rilevando che dalle affermazioni fatte in tale sede non risulta apportato alcun elemento di chiarezza.

Innanzitutto si rileva che le tre domande poste dall’assessore Consonni, presente in loco, non hanno ottenuto reale risposta. Nello specifico:

1) quanto alle motivazioni dell’accordo (comprovato rischio di delocalizzazione e ipotesi di incentivo delle assunzioni) il sindaco non ha fornito alcun elemento a supporto delle stesse che non risiedesse nella narrazione della parte interessata, ovvero dell’azienda.

2) circa la questione dell’equità amministrativa, conseguente alla particolarità di un accordo che permetterà ad un’azienda di edificare su un pascolo tramite la concessione della variante di PGT, non è stato spiegato se questa possa essere considerata come prassi amministrativa rispetto ad altre analoghe richieste, o se altri siano stati o verranno esclusi da tale trattamento e in virtù di quali considerazioni.

3) rispetto all’importo dei 400.000 euro, corresponsione stabilita e sottoscritta nel Protocollo d’intesa, resta ancora da documentare in che modo Bussola e Hoffman abbiano desunto che si tratti di una cifra equa e congrua per il Comune, se lo stesso sindaco ha ammesso di non conoscere altri dati oltre ai 6.000 metri quadri dell’ingombro.

Per quanto concerne le promesse delucidazioni, l’unica cosa apparsa chiaramente è la volontà di temporeggiare differendo dettagliate spiegazioni, legandole all’esito di non meglio illustrate procedure, sino a sostenere che “solamente dopo che sarà approvato il bando Arest allora si potrà approfondire ed eventualmente arrivare ad una firma”: affermazione paradossale alla luce del Protocollo d’intesa, sottoscritto il 21 aprile da Bussola, Hoffman e azienda, dove vengono concordati in maniera minuziosa i reciproci impegni (articolati in ben 17 punti) di Comune, Provincia e azienda. Tutto viene regolato in tale accordo, il cui punto centrale è l’accettazione, come congrua compensazione, da parte del Comune di Ballabio dei 400.000 euro riferiti al vantaggio che l’azienda conseguirà dalla variazione del Pgt, le cui modalità di calcolo ci restano ignote.

Risulta, inoltre, che il Protocollo d’intesa illustrato nella conferenza stampa si fondi su una premessa non vera, ovvero che “in data 29.10.2021 il consiglio comunale di Ballabio con deliberazione n. 41, ha dato mandato al sindaco di procedere con le azioni necessarie al fine di evitare la delocalizzazione dell’azienda…”. Tale affermazione è gravemente erronea in quanto la deliberazione, nelle specifiche linee guida, prevede invece che sindaco e giunta si muovano di pari passo nel verificare i progetti, nell’attivare accordi, nel relazionare periodicamente ai capigruppo. Nessun mandato esclusivo, dunque, è stato assegnato al sindaco e tali vincolanti linee guida non sono state applicate. Il mancato adempimento dei passaggi decisi dal Consiglio comunale, pone, dunque, gravi problemi procedurali a monte della sottoscrizione del Protocollo.

Infine, Bussola ha parlato di incontri intercorsi nel 2017 tra l’allora sindaco Consonni e la proprietà Combi, senza precisare che tale proposta prevedeva sì una variante al Pgt, ma poggiando sostanzialmente sul perimetro della stessa azienda e qualche pertinenza, escludendo, dunque, il pascolo del Barech. Tale ampliamento evitava il paventato rischio di delocalizzazione e garantiva la tutela dell’ambiente ed una equità di trattamento per tutti gli imprenditori. La fretta di firmare questo protocollo, invece, non ha tenuto conto neppure di tale alternativa. Sulla base di tutto questo e di numerose altre evidenze, i sottoscritti confermano l’attuale contrarietà al Protocollo d’intesa, ribadendo le perplessità già espresse e auspicando una ridefinizione partecipata (da amministratori e cittadini) di tale scelta amministrativa, assai opinabile viste le premesse.

Alessandra Consonni, assessore
Caterina Longhi, ex assessore
Marco Pedrazzini, consigliere-ex capogruppo
Luca Pirovano, consigliere-ex assessore