RELIGIONI/DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA QUINTA DOMENICA DI PASQUA

“Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato e Dio è stato glorificato in Lui”. Che cosa vogliono dire queste parole? In quale momento Gesù ha detto queste parole? E cosa pensiamo quando sentiamo dire che è stato glorificato? In quella sera, quella dell’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli, c’è stato un momento molto drammatico. Si tratta di quel momento in cui Gesù ha annunciato che sarebbe stato abbandonato proprio da uno dei suoi discepoli. E per far capire al suo amico intimo Giovanni, che gli era seduto molto vicino, chi lo avrebbe abbandonato, prende un po’ di pane, lo intinge nel vino e lo offre a Giuda, figlio di Simone Iscariota. “Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: “Quello che vuoi fare fallo presto”. Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; Alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa,Gesù gli avesse detto: “Compra quello che ci occorre per la festa”, oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.”

Dunque quel momento era l’ora del tradimento, l’ora dell’abbandono di un discepolo, l’ora delle tenebre. Quella notte non era soltanto buia perché l’ora era tarda ma perché Satana servendosi di un uomo come Giuda, che tutto sommato non era consapevole di ciò che stava facendo, stava cercando in tutti i modi di trascinare Gesù nella via della ribellione al Padre che permette la sofferenza di suo Figlio, e con Lui avrebbe trascinato anche tutti noi nella via della ribellione, dell’infedeltà, dell’odio, della violenza, dell’orgoglio, dell’egoismo, del proprio interesse, dell’ingiustizia, della menzogna. Questo è il regno delle tenebre e della morte.

Eppure proprio quello è stato il momento della gloria di Gesù e del Padre, e non solo ma anche la gloria dei suoi discepoli e quindi anche nostra. La gloria di cui parla Gesù è la sua fedeltà e il suo amore al Padre. E questo suo amore non viene meno neanche nell’ora della sofferenza più acuta che lo porta alla morte. Anche in quell’ora si affiderà al Padre. E la gloria del Padre è quella di avere un figlio che gli rimane fedele e obbediente, totalmente e per sempre. Non bisogna pensare che la gloria di Gesù è quella della risurrezione gloriosa perché finalmente la sofferenza è finita.

Allora comprendiamo meglio anche le parole di Gesù che invita i suoi discepoli ad avere amore gli uni per gli altri. Cerca di trascinare anche noi sulla via della sua vittoria sul male. E’ l’amore l’unica vittoria sul male. Gesù, pur nella sofferenza più atroce, ha saputo amare e ha mostrato il suo amore nel silenzio quando ha sopportato le menzogne che si dicevano sul suo conto, quando ha risposto con la sua mitezza alla violenza che cercava di piegarlo, quando ha subito la condanna ingiusta e ha aspettato con pazienza il manifestarsi della giustizia divina e della verità sulla sua innocenza.

Gesù vuole che anche noi siamo dei vincitori pieni di gloria. Ma non della gloria passeggera apprezzata nelle vicende umane che si nutre di applausi, di approvazioni che lasciano il tempo che trovano, di possedimenti e soldi che danno sicurezza, di consensi delle folle. Niente di tutto questo. La nostra gloria e la nostra vittoria si trova nella vita quotidiana quando la viviamo come ci dice l’apostolo Paolo nel suo bellissimo “ Inno alla carità” che abbiamo ascoltato nella seconda lettura: quando abbiamo un cuore grande e benevolo, quando non siamo invidiosi di niente e di nessuno, quando non ci vantiamo e non siamo orgogliosi, quando non cerchiamo con egoismo il nostro interesse, quando non ci adiriamo ingiustamente, quando non teniamo conto del male ricevuto, quando ci rallegriamo della verità. Quando siamo capaci di scusare tutto e tutti, quando siamo capaci di sperare con forza nonostante tutto. Quando siamo capaci di sopportare con pazienza tutte le prove e i momenti difficili della vita. “La carità non avrà mai fine”.

Quando viviamo così, nella carità: è allora che siamo vittoriosi come Gesù.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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