BALLABIO – La questione Barech è recente? No. Cioè, in realtà se ne parla già da ottobre 2021? Sì. Ma… Il “ma…” è rilevante, perché ci fa tornare indietro nel tempo, addirittura di ben 11 anni. Dunque al lontano 2011. Si era allora alla vigilia dell’approvazione del primo storico PGT – Piano di Governo del Territorio di Ballabio, l’evoluzione moderna e restrittiva dei vecchi e abusati (letteralmente) piani regolatori dei Comuni. In quella fase, l’allora giunta Pontiggia stava portando a termine il lavoro di stesura e votazione del famoso PGT, strumento urbanistico locale con una serie di obblighi “esterni” con enti terzi. A partire dal necessario parere della Provincia di Lecco.
Ecco allora che Villa Locatelli a firma del dirigente del Servizio Pianificazione Territoriale Ernesto Crimella scrive al Comune esprimendo parere di compatibilità del Piano ballabiese, in fase di ultimazione, con quello della Provincia (tecnicamente PTCP):
C’è sintonia insomma tra il nascente PGT di Ballabio e il PCTP (ovvero il PGT provinciale); un atto dovuto da parte di Villa Locatelli che in qualche modo “approva” il documento nato all’epoca dell’amministrazione guidata da Luca Goretti (2005-10), quindi approfondito e infine approvato dalla giunta di Luigi Pontiggia, con assessore Paolo Dell’Oro.
Ma il Barech? Tranquilli, non ce lo siamo perso – serviva la lunga introduzione per arrivare al punto. Punto “succulento”, perché proprio nel parere della Provincia ecco spuntare il bel pratone sotto il Monte Melma, tutt’ora (quasi) incontaminato. E il giudizio dell’ente superiore è inequivocabile.
Per sicurezza, nessun commento o interpretazione ma il testo integrale datato 20 ottobre 2011:
Il PGT di Ballabio, comprendendo queste osservazioni nette e incontestabili, verrà approvato poche settimane dopo dal consiglio comunale, a novembre del 2011.
Successivamente, non è mai stato modificato – né nei restanti quattro anni di ‘governo Pontiggia’ (a parte delle correzioni intervenute nel ’15 non riguardanti quell’area) né poi nei sette a guida leghista, ovvero nel quinquennio 2015-2020 di Alessandra Consonni sindaca e nella recente fase con Giovanni Bruno Bussola in fascia tricolore.
Le variazioni, per ora solo a livello progettuale, risalgono ai mesi scorsi e il momento più “caldo” in materia lo stiamo vivendo proprio ora. Curiosamente, la stessa Provincia di Lecco – pur con maggioranze diverse e differenti amministratori – oggi cambia idea: nei giorni scorsi infatti è emerso (vedi nostro articolo) un protocollo d’intesa sottoscritto proprio da Villa Locatelli con il Comune di Ballabio e il Gruppo Combi Arialdo per la realizzazione di un capannone industriale nell’area verde.
Insomma, se nel 2011 quegli eventuali insediamenti erano “da considerare in contrasto con gli interessi paesaggistici ed ecologici” ecco che qualche anno dopo lo stesso ente pubblico sottoscrive la “possibilità di realizzazione di nuova struttura produttiva, su area già di proprietà del partner privato, che potrà consentire, se le commesse e il fatturato lo renderanno possibile, un incremento occupazionale pari a circa 40 nuovi addetti”.
Certo, il mondo cambia e gli interessi pure. Ma le parole, come diceva Nanni Moretti, sono importanti. E quelle di enti pubblici, pubblicate nel nostro articolo, ancora di più. Almeno per Ballabio e i suoi abitanti.
BN