MORTERONE: “INUTILE LA ‘3 VALLI’, BASTEREBBE MANUTENERLA. SP63 VERO PROBLEMA”

C. Baruffaldi

MORTERONE – La Strada delle tre Valli continua a far discutere in attesa dei ventilati finanziamenti regionali che viste le contestazioni sembrano per ora allontanarsi. Quando si parla di viabilità a Morterone credo di sfondate una porta aperta sostenendo una volta ancora che il vero problema da risolvere sia la sgaruppata SP 63. Come facilmente prevedibile anche il temporaneo stop ai finanziamenti imposto recentemente da Regione Lombardia non ha certamente interrotto il confronto fra favorevoli e contrari alla realizzazione della cosiddetta Strada delle tre valli che dovrebbe collegare i territori delle province di Bergamo e Lecco passando proprio in mezzo al centro abitato di Morterone, caratterizzato da una evidente strettoia.

Più di qualcuno infatti sostiene che basta e avanza l’attuale strada agrosilvopastorale anche se è del tutto evidente che è carente di manutenzione: certo, dicono i bene informati, se l’avessero mantenuta in buone condizioni si sarebbe transitati meglio e in maggior numero e molto probabilmente non sarebbe venuto in mente a nessuno di allargarla e asfaltarla.

Il problema della mancanza di manutenzione alle strade sterrate non si limita certo al percorso in questione ma è purtroppo diffuso anche sul resto del territorio comunitario. Diciamo che questa non fa eccezione alla regola. Eppure le norme ci sono e basterebbe farle osservare per migliorare la situazione.

Facendo una rapida incursione e “saccheggiando” la specifica legislazione di Trentino, Lombardia e Piemonte che regola l’utilizzo e dunque anche la manutenzione delle strade “agrosilvopastorali” ho facilmente potuto constatare come, almeno sulla carta, esistano articolate normative che disciplinano ogni singola tappa dalla progettazione all’attuazione e per l’appunto regolamentano anche la indispensabile manutenzione di questi utilissimi quanto numerosi itinerari montani. In questo contesto mal si comprende perché non sempre vengano attuate ma più spesso siano invece tollerate vistose inadempienze.

Senza volermi addentrare nelle possibili soluzioni tecniche finalizzate alla mitigazione dell’impatto ambientale per quanto riguarda l’eventuale attuazione della nuova e osteggiata strada intervalliva, c’è chi si chiede come mai alcuni tratti dell’attuale percorso agrosilvopastorale per la Costa del Palio sono così ammalorati e versano nella deprecabile condizione di quasi totale assenza di manutenzione: visto che il transito è soggetto a pedaggio e che gli stessi proventi sono normalmente vincolati alla manutenzione degli itinerari che conducono ai pascoli alti, proprio non si capisce come questo sia potuto accadere soprattutto negli ultimi anni.

Senza andare troppo lontano, anche nella vicina Valtellina la manutenzione è a carico del soggetto gestore il quale, visto che il transito è di tipo oneroso, con le risorse economiche rappresentate dal pedaggio: “si occupa di far eseguire annualmente i lavori minimali di manutenzione ordinaria e straordinaria che sono necessari al fine di garantire la transitabilità”: In sicurezza, aggiungo io. Non da ultimo bisogna prestare attenzione e controllare regolarmente anche il peso complessivo dei mezzi in transito che non devono danneggiare la sede stradale che è un bene Pubblico, al servizio delle aree montane e forestali che: “se non servite da adeguate strade di accesso non potrebbero essere razionalmente gestite e i boschi verrebbero abbandonati con conseguenze negative anche per la stabilità del suolo”.

Bisogna infatti prestar particolare attenzione anche ai cosiddetti “Carichi ammissibili: i mezzi che transitano sulle strade, compresa l’agrosilvopastorale devono avere un carico adeguato alla classe della strada stessa: carichi superiori possono avere conseguenze negative in termini di stabilità complessiva del manufatto e di sforzi che si generano tra terreno e gomme, con la conseguente formazione di solchi che costituiscono vie preferenziali per lo scorrimento dell’acqua che ne erode il fondo”.

Analogo saggio ragionamento – come puntualmente recitano gli specifici regolamenti – e come dicono in Piemonte: “La viabilità agro-silvo-pastorale è condizione necessaria per una razionale gestione del territorio rurale, rendendo possibile: l’accesso da parte degli utilizzatori dei pascoli e dei boschi ma anche, l’accesso da parte delle squadre e dei mezzi per la prevenzione e l’estinzione degli incendi boschivi e la gestione sostenibile delle foreste e la fruizione dei boschi e delle aree naturali a fini turistico-ricreativi. Le aree forestali non servite da strade di accesso non possono essere razionalmente gestite e così i boschi sono abbandonati ad una evoluzione che può avere anche conseguenze negative per la stabilità del suolo, lo stesso vale per i pascoli che per la difficoltà di accesso sono sempre meno utilizzati, in quanto l’isolamento e l’impossibilità di trasportare i materiali necessari per il lavoro impone agli alpeggiatori sacrifici non più compatibili con le attuali esigenze di vita familiare e professionale. Questa viabilità che ha quindi un interesse pubblico è apprezzata anche per le attività turistiche e sportive, costituendo percorsi preferenziali per passeggiate, escursioni in bicicletta o con gli sci”.

Passando da esempio all’altro, il passaggio dalla Valtellina al Trentino è breve e anche qui si trovano strade sterrate o “bianche” ben manutenute che da sempre consentono di muoversi fra le varie località e le Terre alte, collegando i paesi alle località più periferiche e alle loro molto apprezzate e frequentatissime strutture turistiche. Anche qui c’è da imparare.

È pertanto incomprensibile come sia possibile che qui da noi questo comune patrimonio sia invece lasciato decadere senza che si garantiscano le indispensabili cure e la necessaria manutenzione. Al dunque, le regole ci sono e dunque anche nei nostri paesi si facciano rispettare nell’interesse di tutti. Non é mai tardi per cominciare.

Per concludere il ragionamento dico quel che ho detto recentemente proprio a Morterone quando si è saputo della intenzione di allargare e asfaltare l’attuale Agrosilvopastorale che scollina alla Costa del Palio verso la Bergamasca, che per l’appunto è nata per servire le tradizionali attività agrosilvopastorali sul territorio comunale. Garantendo la manutenzione del fondo stradale, delle scarpate ma anche l’indispensabile e periodico disgaggio quella strada, munita di qualche piazzola aggiuntiva per facilitare lo scambio dei mezzi in transito, potrebbe continuare egregiamente a svolgete il suo compito, anche se credo debba anche continuare ad essere a “transito limitato” e soggetto a pedaggio che come già detto dovrà servire a quella manutenzione che è sempre invocata ma spesso dimenticata.

Quando si parla di viabilità a Morterone credo però di sfondate una porta aperta sostenendo, una volta ancora, che il vero problema da risolvere sia il miglioramento della sgaruppata SP 63 che dopo 60 anni ha bisogno lei pure di manutenzione ma soprattutto dei ben noti e già individuati interventi strutturali che consentano ai Morteronesi e agli affezionati frequentatori del loro territorio di percorrerla in piena Sicurezza durante tutto l’anno.

È infatti opinione comune che questa sia la vera priorità viabilistica per il comune di Morterone.

Claudio Baruffaldi