Sono poche le parole del Vangelo di Luca che abbiamo ascoltato eppure descrivono un avvenimento importantissimo della vita di Gesù, un cambiamento radicale: è il passaggio da una vita di famiglia a Nazareth come figlio di Maria e di Giuseppe, come falegname, a una vita in mezzo a tanta gente, tutta la gente che avrebbe incontrato per le strade, nei villaggi e nelle città. Oggi comprendiamo meglio le parole che abbiamo ascoltato anche domenica scorsa: con la potenza dello Spirito Santo Gesù ritornò in Galilea e andava insegnando nelle loro sinagoghe e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Arrivò a Nazareth e nella sinagoga lesse il brano del profeta Isaia che diceva: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai
poveri”. Questa coscienza di Gesù di essere il Figlio amato dal Padre che lo stava mandando ad annunciare ai poveri e alla gente semplice di Israele il lieto annuncio del Vangelo, doveva essere molto viva e forte.
Tutto è nato in quel giorno: la piena consapevolezza di essere una sola cosa con il Padre e lo Spirito Santo, la chiarezza del progetto che aveva davanti a sé, cioè quello di annunciare la Parola al popolo e, attraverso coloro che avrebbe scelto a uno a uno, fare arrivare quella Parola a tutti i popoli. Ma non solo questo: il progetto era anche quello di vincere le tenebre del male e della morte. Avrebbe incontrato una forte opposizione e Gesù ne era ben consapevole. Ma la fiducia e l’amore che il Padre riponeva in Lui gli hanno dato la forza di superare ogni difficoltà e ogni sofferenza. Tutto questo fino al dono totale di sé fino alla morte di croce e fino alla risurrezione da morte.
E Gesù aderisce alla volontà del Padre con tutta la sua docile obbedienza e con tutto il suo amore di Figlio prediletto. Noi tutti dobbiamo essere infinitamente riconoscenti che Dio ha voluto rivelarsi a noi come una comunione di amore tra il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. In quel giorno noi dobbiamo vedere l’origine anche del nostro Battesimo e quindi anche del nostro essere figli di Dio come Gesù e della missione che dobbiamo compiere nella nostra vita. In fondo tutta la nostra vita, ma proprio tutta, la si può intendere così: come una chiamata a partecipare alla comunione di amore di Dio condividendo l’obbedienza di Gesù con la forza dello Spirito Santo. E’ Lui che ci illumina e ci dà forza di donare la nostra vita agli altri. E questo Spirito Santo l’abbiamo ricevuto anche noi nel giorno del nostro Battesimo. Tutto come Gesù, nel giorno del suo Battesimo al fiume Giordano.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone
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