MORTERONE – Decine e decine di commenti sui social del nostri giornali bocciano la “carrabile delle tre valli“, il progetto che vorrebbe asfaltare – e aprire al libero transito – le strade montane che collegano Val Taleggio, Valsassina e Valle Imagna passando dalla Culmine di San Pietro, dai territori di Cassina e Cremeno, e soprattutto da Morterone. Iniziativa del consigliere regionale leghista Alex Galizzi e del Comune bergamasco di Fuipiano (non toccato direttamente dal percorso) verrebbe finanziata con 4,8 milioni di euro.
Ecco alcuni dei commenti tratti da Facebook:
Peppe – Il politico di turno che “aiuta” impresario e se stesso le valli non hanno bisogno di asfalto ma di aiuti a chi tiene aperti i rifugi e pulisce e mantiene i vari sentieri.
Riccardo – quindi il concetto è che, per favorire il turismo, dove c’è un sentiero si fa una strada sterrata per le e-bike e dove c’è una strada sterrata già pronta per le e-bike si fa una strada asfaltata per le automobili. siete incommentabili.
Alessandra – Prosegue la distruzione della Valsassina!!
Roberta – Ma in Valsassina hanno deciso che il verde è fuori moda, va più il grigio
Sergio – E fu così che il paesino divenne una grande città con strade, palazzi, piazze, ponti,… ed allora i turisti si accorsero che assomigliava troppo alle loro città (dalle quali fuggivano per cercare diversione) e persero ogni interesse ed attrattiva e si diressero altrove… Il paese/nuovacittà crollò ben presto in decadimento ed abbandono….. “Fiabe” così sono a pochi chilometri, basta aprire gli occhi ed osservare bene…
Riccardo – Ma certo perchè uno che trova la coda in val Brembana va su fino a Morterone per aggirarla, pheega si vede che è una idea targata “rosa camuna”. Quella strada non si poteva fare nemmeno con gli enduro, come tutti gli sterrati in quota, indipendentemente dalla legge appena approvata sulla chiusura delle strade bianche, adesso con una bella asfaltata, problema risolto.
Silla – Parole , parole,parole, nn fanno altro che parlare,dire stupidate, nn riescono a spalare la neve quando serve , e pensate che siano in grado di portare a termine opere di questo tipo( inutile dire che è un opera stupida)
Emanuele – Ignoranza allo stato puro…conoscendo bene il territorio io mi vergognerei anche solo a fare una proposta del genere. Meglio che qualcuno torni a Pontida a fare le grigliate, evitando di danneggiare la natura e la montagna.
Mario – Povere montagne e che va li per rilassarsi….milioni buttati….la natura fara’ il suo corso….
Luca – Perché!!!! Dico solo perché!!!!! Quale turismo vogliono promuovere!!! Ma le nostre montagne hanno veramente bisogno del popolo delle infradito e tacchi a spillo in montagna!!!!!
Alessandra – Invece di preservare il territorio lo distruggono ASSURDO!!!
Roberto – Altro inutile scempio del territorio montano.
Paolo – Ma tutti i politici sono favorevoli ? Tutto tace
Elena – La strada che da Culmine va nella bergamasca è una vergogna, prima è meglio sistemare quella. Pure quella che scende dalla Valcava è messa male.
Mario – Che si ravvedano sarebbe semplicemente uno scempio.
Proponiamo inoltre, sempre dai nostri canali social, la posizione di Riccardo in risposta alla approfondita analisi del ruralista Michele Corti (pubblicata qui):
Un articolo interessante per la ricostruzione di alcuni aspetti della storia del territorio, ma deludente per quanto concerne la giustificazione della strada, per gli attacchi a chi la critica e per la lettura distorta di importanti fenomeni culturali.
Si bolla la reazione di chi critica la strada (addirittura indicata con la maiuscola, la “Strada”) come pavloviana (ricordo che è “pavloviano” anche lo scodinzolare di fronte a chi sventola la prospettiva di un guadagno); si condanna indiscriminatamente chiunque sia nato dopo gli anni sessanta come viziato e ipocrita, come se solo i malgari ottuagenari avessero il privilegio della virtù; si scade in una facile invettiva, questa sì da bar, contro il Corriere della Sera, che quasi con gusto metterebbe i bastoni tra e ruote allo sviluppo della montagna.
Si banalizzano e male interpretano secoli di arte, affermando che tutti gli artisti dal Romanticismo in poi abbiano avuto una concezione trasognata della natura, che ne abbiano parlato ma solo col culo al caldo e ne abbiano idealizzata una bellezza di fantasia senza viverne o riconoscerne le asprezze: niente di più falso, basti vedere la concezione della Natura in Foscolo o in Leopardi, per stare nel Romanticismo.
Ma soprattutto si fa un gran polverone di parole sull’utilità della strada: servirebbe a promuovere un turismo dolce, soprattutto a due ruote, ma richiederebbe parcheggi e infrastrutture, accessi e regolamentazioni (si ricordi che per alcuni sostenitori la strada servirebbe a dirottare il traffico automobilistico di alta stagione fuori dalle arterie più congestionate, alla faccia del turismo dolce e della promozione delle antiche tradizione casearie). E davvero si crede che comuni come Cassina e Cremeno godrebbero di questa strada, e che le Casere di Maggio ne abbiano bisogno per essere rivalorizzate? Davvero si crede che togliere alla Culmine una passeggiata facile e piacevole, per tutti, e già percorsa da tanti ciclisti, rendendola percorribile a moto e auto, gioverebbe alle strutture locali? Davvero si crede che bastino questi pochi chilometri di asfalto a fare da collante tra comunità di fatto, già connesse, e il cui sgretolamento non può essere imputato all’assenza di una strada?
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