Stanno per scoccare i miei cinquant’anni d’Ordinazione presbiterale, si potrebbe dire con parole più semplici: cinquant’anni che sono sacerdote, ma in quel “presbiterale” risuona il tempo, “prebitero” in greco, lingua antica, vale “vecchio” e sta davvero bene, perché cinquant’anni sono ben metà d’un secolo. Mi si fanno domande circa sentimenti e ricordi, questo – a dirla tutta – mi dà sentire antitetico: un poco mi carica di imbarazzato pudore (a parlare di me e di tutto questo tempo) ma, d’altro lato, anche contento d’esprimere la gioia riconoscente d’esser prete.
Sento pudore, perché il tempo non è certo merito. Tutti hanno esperienza di come si svolga da sé senza sforzo (spesso vorremmo frenarlo. Il merito lo vedo altrove che dentro la mia persona: sicuramente nel Padreterno – a chi legge parrà scontato che un prete s’esprima così, ma non lo è proprio – pur se le ragioni non m’è facile metter in piazza tanto siano intime […]
Oggi il sacerdote celebrerà la messa in San Lorenzo a Ballabio alle 18 a cui seguirà una breve festa in diretta su YouTube a questo link