“VIENE DOPO DI ME COLUI CHE E’ PIU’ FORTE DI ME!”. Queste sono le parole di Giovanni, figlio di Elisabetta e di Zaccaria. La loro storia viene letta nei giorni che precedono il Natale di Gesù. La nascita di Giovanni è stata prodigiosa perché Dio ha donato a loro un figlio quando, essendo molto avanti in età, avevano ormai perso ogni speranza di avere un figlio. E l’hanno chiamato Giovanni proprio perché il nome vuol dire: Dio ce lo ha donato! Oggi vediamo Giovanni ormai diventato uomo adulto che ha preso coscienza della missione a cui Dio l’ha chiamato. Ascoltando gli antichi profeti, in particolare Isaia, ha compreso di essere stato chiamato a preparare la strada a una persona che Dio stesso avrebbe mandato. Anche se erano un po’ parenti, sono cresciuti in ambienti diversi e per trent’anni il figlio di Elisabetta e il figlio di Maria non si sono mai incontrati. Ma dovendo, per missione ricevuta dall’alto, parlare di lui, ecco che cosa dice per prima cosa alla gente che lo avrebbe conosciuto e accolto di lì a poco: “Dopo di me viene uno che è più forte di me!”. Non dice il nome perché ancora non lo conosce. Non dice che cosa farà e che cosa dirà. Sa solo che lo riconoscerà per un segno speciale che gli donerà Dio stesso, quando verrà il giorno.
L’unica cosa che dice è una professione di umiltà, fa un paragone tra il proprio lavoro e il lavoro che compirà Colui che verrà e di cui non sa ancora niente. Il lavoro di Giovanni è quello di parlare per invitare le persone a riconoscere la propria lontananza da Dio e quindi a ritornare a Lui. Per esprimere questo distacco dal passato e segnare l’inizio di un ritorno a Dio, Giovanni ha fatto, per quella gente che gli si avvicinava, un gesto di purificazione nel fiume Giordano. Ma dall’acqua ci si asciuga in fretta e un corpo lavato è pronto a sporcarsi di nuovo. Ma quell’Altro che verrà dopo non lava i corpi ma la parte interna della persona, il cuore, la mente, lo spirito. E farà questo perché avrà il potere di donare lo Spirito di Dio!
Quando un uomo è ricolmato interiormente di Spirito Santo allora si potrà dire che appartiene interamente e veramente a Dio! Questa è la forza e l’efficacia della azione di Quello che verrà. Di come e quando tutto questo avverrà anche Giovanni era all’oscuro. Anzi, nei libri del vangelo ci sono pagine che dicono di come anche Giovanni ha avuto paura di essersi sbagliato e momenti in cui non comprendeva bene il modo di agire di Gesù. Anche Giovanni, come tutti noi, ha percorso il cammino della fede verso Gesù, un cammino che ha compreso anche i momenti di dubbio e di paura, di gioia e di incertezza, ma è stato fedele fino alla fine. Così è diventato il grande profeta che ci guida nell’attesa Colui che verrà, cioè Gesù Cristo!
Noi oggi vogliamo accogliere le parole di Giovanni che ci parlano della forza di Gesù. Dove sta questa forza?
Prima di tutto sta nel perdono dei peccati, un perdono vero che rende buono un uomo prima cattivo, che rende onesto un uomo prima corrotto, che rende amante un uomo che prima era egoista. Qualcuno dice che Dio dimentica i peccati e anche se li abbiamo fatti in realtà non ne tiene conto perché di fatto nessuno li può cancellare. Tutto questo non è vero! La forza di Gesù sta proprio qui: che sa costruire un uomo nuovo sulle macerie dei peccati passati. E’ veramente una nuova creazione e solo Dio onnipotente e forte può riuscire in una impresa così grandiosa.
Poi la potenza di Gesù si manifesta nel fatto che è destinato ad essere riconosciuto dal mondo intero. Per dire questo il profeta Isaia ha parlato delle superpotenze del mondo antico; l’Egitto e l’Assiria, spesso in guerra tra di loro e sempre nemici di Israele. Ma verrà il giorno in cui anche loro saranno fedeli a Gesù e riconosceranno la sua divinità. Tutto questo è già in atto al giorno d’oggi perché in ogni nazione, magari anche politicamente nemiche, ci sono persone che credono in Gesù.
Infine la potenza di Gesù si manifesta nella debolezza della culla di Betlemme (una mangiatoia per il cibo degli animali) e della croce sul Calvario. In questo tempo di Avvento possiamo fare utilmente questo esercizio spirituale rispondendo a questa domanda: da quando un bambino viene concepito nel seno di una donna quanto cambia la vita non solo della mamma ma anche di tutte le persone che le stanno intorno? E’ un bel modo di considerare che anche un bambino piccolo, nella sua debolezza, in realtà è molto potente e questo ci apre a comprendere la potenza e la forza del bambino nato a Betlemme, il Bambino Gesù.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
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