Caro Direttore,
permettimi di chiamarti così anche per le affettuose attenzioni che da sempre riservi a noi fanciulle impegnate, al nostro paese e alla Foresta del Resegone dove vivo con le mie sorelle che mi incaricano di ringraziare confidando nella futura Amicizia. Ne approfitto per dire che parlando di Morterone unicamente come il Comune più piccolo d’Italia non gli si fa certo giustizia perché molti pensano ad un unico e sparuto gruppetto di baite quasi disperso ai confini di una folta e misteriosa foresta di faggi centenari che circondano le poche ma laboriose esistenze di chi vi abita tutto l’anno ma invece non é davvero solo questo. Parola di Ninfa, che io lo so.
Non tutti sanno che i circa 13 Km quadrati di territorio in realtà ospitano un quarantina di località e frazioni collegate fra loro da sentieri e stradette immerse nella natura che vi invitiamo a scoprire con noi. I loro nomi profumano di antico come Frasnida, Tesavert, la Tonnol ma anche Fracchio, Pigozzo e Poncione e altri meno misteriosi e arcaici cui siamo altrettanto affezionate come il dolce Zuccaro con Bosco e Selvano queste ultime da noi più di frequentate per evidenti affinità elettive.
Fra poco la neve che ha già fatto capolino sulle cime della grande Resega e sui pascoli più alti la farà da padrone anche nei boschi ma noi sapremo di non essere sole perché a farci compagnia ci saranno i soliti affezionati e pochi irriducibili che ancora resteranno fedeli al vincolo che radica le loro vite a questo territorio benedetto da Dio ma spesso dimenticato dagli uomini.
Si attendono adesso i miglioramenti spesso annunciati e che solo ora si dà per certo appariranno presto all’orizzonte. Noi lo speriamo davvero ma se ingenerosamente si volesse dare ad intendere che gli altri non hanno fatto proprio nulla si sappia che così non é.
Se le aspettano le novità anche gli attuali 32 residenti di Morterone rimasti in paese dopo gli anni Sessanta quando gli abitanti erano alcune centinaia, oggi quasi tutti di stanza a Ballabio, costretti al trasloco da motivi di studio e di lavoro ma sempre con il proprio paese nel cuore. Le indimenticate criticità vissute dai padri nei lunghi inverni del passato e le difficoltà che ancora oggi si incontrano nel percorrere la tortuosa strada che dai primi anni 60 si inerpica fin dietro al Resegone non bastano a far dimenticare la memoria e le fatiche degli avi. Morterone é sempre nei loro pensieri.
Lo abbiamo appreso ascoltando gli alpigiani al lavoro nei prati e gli escursionisti di passaggio nelle radure ma anche un po’ origliando ai margini delle manifestazioni estive e passeggiando non viste fra i molti e compiaciuti visitatori del “Museo d’Arte Contemporanea all’aperto di Morterone” che tanto é piaciuto anche a noi.
In primavera e comunque vadano le cose ci incontreremo ancora di sicuro a dar man forte a chi è di turno nel porgere una mano a chi ama e ancora vuole vivere questo paese, cercando nuove opportunità di sviluppo e occasioni di incontro che facciano conoscere e apprezzare anche turisticamente quel presidio della Montagna lombarda che si chiama Morterone.
Il richiamo delle felci profumate e dei faggi che si arrossano sbattuti dal gelido vento di stagione si fa più insistente e devo proprio andare.
Ora mi attende il sonno invernale che lungi dall’essere un distratto e sordo letargo si interromperà prontamente in presenza di novità che riguardino la nostra Foresta e le faccende del paese. A presto?
La Ninfa dei Boschi