DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: QUINTA DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DEL BATTISTA

Ecco un uomo che potremmo imitare. È un uomo istruito, un maestro, un esperto della Legge. Non è un magistrato perché per loro la LEGGE non è la stessa cosa che intendiamo noi. Per loro la LEGGE sono i 5 libri di Mosè che sono l’inizio della nostra Bibbia. Sono il dono che Dio ha fatto al suo popolo al monte Sinai per sigillare l’alleanza di amore che li univa. Sono la traccia per vivere e vivere in armonia: in armonia interiore cioè con la pace nel cuore, in armonia con la propria famiglia e con le altre, in armonia con gli alti popoli che prima o poi verranno a conoscenza di questa Legge e ne avranno bisogno, in armonia con Dio che ci ama e ci protegge dai nemici e dai pericoli. Insomma la Legge è fonte di vita, di gioia, di pace.

All’apparenza la Legge appare lunga e complessa, non tutti sapevano leggere e scrivere, tanta gente non poteva leggere e comprendere tutte quelle parole. Anche i più esperti si rendevano conto che tutte le indicazioni contenute nella Legge erano così tante che era difficile ricordarle e metterle in pratica. E poi non tutti sono importanti allo stesso modo. I maestri più saggi avevano già intuito che c’è qualcosa di bello e di grande che plasma tutti quei libri attribuiti a Mosè. Avevano già intuito che avere un solo Dio, sentirsi suoi figli, confidare in Lui, invocarlo e lodarlo sono tutti modi di amarlo! Avevano già intuito che formare e rispettare la propria famiglia, rispettare gli altri, non attaccare il cuore alle cose e ai possedimenti, dire la verità, sono tutti modi di amare gli altri. Insomma avevano già scoperto che l’anima di tutti i libri di Mosè è l’amore.

Ecco le parole che tanti, al tempo di Gesù, conoscevano benissimo come la sintesi di tutta la Legge e che noi abbiamo ascoltato nella prima lettura: “Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do ti stiano fissi nel cuore”. Queste parole anche gli Ebrei di oggi le conoscono bene e le ripetono spesso come noi cristiani diciamo spesso la preghiera del Padre nostro e la conosciamo a memoria. E’ un po’ come avere un segno distintivo di riconoscimento.

Si dice che quell’uomo esperto ha voluto mettere alla prova Gesù. Chissà, forse per vedere se aveva qualcosa di nuovo da dire. Era un nuovo maestro apparso sulla scena del tempo e forse portava qualche novità. Oppure l’ha interrogato per vedere se Gesù era all’altezza degli altri maestri. Non lo sappiamo. A quell’uomo che lo interroga Gesù risponde in modo educato e gli fa capire che Lui non è venuto a portare nessuna novità. Dio ha parlato a Mosè sul monte Sinai, Dio ha parlato al popolo mediante i profeti che Lui ha inviato. In quelle parole c’è già tutto, quelle parole sono parole di vita. Gesù le conferma tutte e rivolgendosi a quell’uomo che lo aveva interrogato si appella alla sua esperienza. E’ come se gli dicesse: “Tu sei un uomo esperto della Legge. Tu sai già cosa contiene. Tu sai che quelle Parole sono parole che donano la vita. Dillo chiaramente, tira fuori quello che sai già e che è vero!”. E quell’uomo dice la parola più importante del mondo e della vita: “TU AMERAI …”. Questa è la parola che ci porta a vivere per sempre, che ci fa ereditare la vita eterna, che rende piena e bella la nostra vita.

Sì, proprio questa vita in questo mondo può essere bellissima solo se si ama anche se è una vita che dura un po’ di anni ma poi si apre alla vita eterna. Questo è tutto. È vero che quell’uomo ha fatto una nuova domanda a Gesù a proposito del prossimo. A questa domanda Gesù ha risposto annunciando una novità. Per loro il prossimo erano quelli dello stesso popolo, della stessa razza, della stessa famiglia. Per Gesù il prossimo è chiunque ti sia vicino, povero o ricco che sia, piccolo o grande, conosciuto o sconosciuto, cittadino o straniero, sano o malato: per tutti devi sentire COMPASSIONE, cioè comprendere e condividere le sue sofferenze, venirgli in aiuto senza farsi tante domande. Vedo uno che ha bisogno: io faccio tutto quello che posso per aiutarlo. Questa è vita! Gesù dice anche oggi a ciascuno di noi: “Va’ e anche tu fa’ così!”.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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