DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE/SECONDA DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI

Un giorno di festa a Gerusalemme (forse la festa di Pentecoste) vicino a una piscina che forniva acqua al tempio, Gesù vede un uomo infermo da trentotto anni e, mosso da compassione, lo guarisce. Ma quel giorno era un sabato di grande festa e qualcuno gli ha fatto notare che ciò che Gesù aveva fatto era proibito. Nasce allora una lunga discussione sul perché Gesù si permette di fare queste cose di sabato e pur essendo ancora agli inizi del Vangelo, si dice già che “i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio”.

Ecco allora come possiamo descrivere quello che è successo: Dio mostra la sua immensa misericordia prima di tutto mandando suo Figlio che agisce con misericordia, bontà e potenza portando sollievo soprattutto ai poveri e sofferenti, ma questo amore di Dio non viene riconosciuto e accolto con gioia. Anzi trova tanta opposizione e durezza di cuore. Non dovrebbe essere così ma purtroppo succede.

E’ successo nei tempi antichi, i tempi di Isaia che dice: “Voglio ricordare i benefici del Signore, le glorie del Signore, quanto ha fatto per noi. Egli è grande in bontà per la casa di Israele. Egli ci trattò secondo la sua misericordia, secondo la grandezza della sua grazia”. Ma poi aggiunge: “Ma essi si ribellarono e contristarono il suo santo spirito”. Ma alla fine invoca perdono e misericordia: “Tu Signore sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna, per amore dei tuoi servi”.

E tutto questo è successo anche al tempo di Gesù. Con grande amarezza Gesù si rivolge ai suoi oppositori che credono di difendere Dio, il suo tempio, le sue feste, le sue leggi e di educare il popolo a tutto questo. In realtà quelle persone hanno indurito il loro cuore e non hanno mai compreso l’amore di Dio perché cercavano altro. Ecco le parole di Gesù: “E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Voi non avete mai ascoltato la sua voce e la sua parola non rimane in voi. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio!”. E allora la conclusione è una sola: “Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete. Voi non volete venire a me per avere vita!”.

Allora ci chiediamo: questo può succedere anche al giorno d’oggi? Certamente! La storia si ripete anche oggi: Dio ci viene incontro amandoci da sempre e per sempre donandoci tanti segni del suo amore, e qui inizia la storia attuale, anzi tante storie quante sono le persone. Ognuno ha il suo modo di vivere il suo rapporto con Dio: c’è chi lo ama e desidera amarlo sempre più, c’è chi lo ama stancamente e per inerzia, c’è chi ripete gesti chiamati religiosi ma con poco amore, c’è chi è semplicemente indifferente e non gli interessa niente perché ha altro da fare, c’è chi rifiuta Dio credendo di avere buone ragioni per rifiutarlo e c’è chi addirittura lo combatte perché lo ritiene un nemico. C’è di tutto.

E noi che abbiamo ascoltato oggi la sua parola vogliamo semplicemente accogliere l’invito di chi ha scritto la lettera agli Ebrei quando dice: “Fratelli santi, voi che siete partecipi di una vocazione celeste, prestate attenzione a Gesù!”.

E perché dovremmo prestare attenzione a Gesù? Lui stesso ce lo dice: “Per avere vita!”. E un modo di prestare attenzione a Gesù è quello di “scrutare le Scritture” perché danno testimonianza di Gesù, parlano di Gesù. E siccome parlano di Gesù che è la Vita, chi legge la Scrittura, chi ama la Scrittura trova la Vita eterna.

“Signore Gesù, noi crediamo che il Padre ti ha mandato a noi. Noi apriamo il nostro cuore per accoglierti con amore: vieni ad abitare in noi, vieni nelle nostre famiglie, vieni nelle nostre comunità. Perdona le nostre durezze del passato e le nostre divisioni. Rendici capaci di mare e di vivere nell’amore! Così sia!”.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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