BALLABIO – Intensa fine mattinata a Ballabio per il 2 giugno in occasione del 75° dalla nascita della Repubblica Italiana. Il ritrovo è stato al Monumento dei Caduti delle guerre dove si è deposta la corona di fiori; quindi l’alzabandiera con lo squillo di tromba a cui è seguita la benedizione del parroco don Benvenuto Riva. Nel suo discorso il presbitero ha voluto ricordare che “Questi del memoriale in ricordo dei caduti erano tutti giovani di Ballabio. Dobbiamo chiedere che la pace venga dai cuori. Con il cessare dell’aggressività c’è strato il dialogo invece che la contrapposizione. Allargando il cuore al mondo chiediamo che cessino tutte le guerre. Il mondo è diventato un grande villaggio, dove se c’è guerra in qualsiasi luogo diventano fatti di casa nostra”.
Il sacerdote ha aggiunto “Chiediamo il dono della pace reale, quella fondata sul dialogo, sulla corresponsabilità, sulla collaborazione reciproca e sul rispetto reciproco. Chiediamo al Signore la benedizione per queste cose, su tutti noi e sulle nostre famiglie”.
Quindi il corteo, abbastanza numeroso, ha raggiunto la stele dedicata al partigiano Ambrogio Confalonieri dove il sindaco di Brugherio Marco Troiano assieme al suo omologo di Ballabio Giovanni Bruno Bussola ha ricordato il sacrificio del combattente per la libertà.
Confalonieri nasce nel 1915 a Brugherio, diventa operaio tornitore nella Società Oreste Peghetti a Precotto. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale viene richiamato al servizio militare come aviere scelto e partecipa alle operazioni di guerra sul fronte francese; viene inviato in Africa settentrionale, dove rimane dal 16 agosto 1940 al 2 marzo 1942, quando fa ritorno in Italia. Nel 1943 torna a Brugherio, dove resta per un mese quando, pochi giorni prima della festa di paese, parte per Lecco con altri soldati e operai di Sesto San Giovanni e Monza. Inquadrato nella 40ª Brigata Garibaldi denominata Matteotti, Ambrogio Confalonieri muore a soli 28 anni nella notte tra l’1 e il 2 giugno del 1944, quando il partigiano si trova a Ballabio per attaccare un presidio fascista nella sede della Colonia ferroviaria. Viene colpito con una raffica di mitra e dopo di lui viene ferito gravemente un altro partigiano.
Nel suo discorso il sindaco Bussola ha detto: “Care concittadine, cari concittadini, autorità militari, civili e religiose, rappresentanti delle associazioni, amici di Brugherio, il 2 Giugno 1946 gli Italiani, uomini e donne (per la prima volta anch’esse al voto), scelsero la Repubblica quale forma di governo del nostro Stato. Era trascorso meno di un anno dal termine della Seconda Guerra Mondiale ed erano ancora vive e intense le sofferenze, le distruzioni, i massacri del più grande conflitto armato della storia. Scegliere “Repubblica” anziché “Monarchia” ha significato scegliere il principio democratico, il principio personalista e pluralista, ha significato scegliere solidarietà, uguaglianza e tutti gli altri valori successivamente proclamati dalla nostra Costituzione. Si riconosceva il diritto dell’uomo ad essere rispettato nella propria personalità fisica e morale ma si tutelava altresì l’uomo non solo come individuo ma anche nel complesso delle relazioni sociali. Si dichiarava che uomini e donne sono tutti uguali oltre che nella forma anche nella sostanza, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali o sociali. Questi sono solo alcuni dei principi fondanti della Costituzione Italiana e per i quali, due anni prima della Repubblica, Ambrogio Confalonieri perse la vita proprio il 2 Giugno a Ballabio. Nel 2021 tutto ciò appare sempre più attuale e urgente. Coprifuoco, divieto di assembramenti, distanziamento sociale, crisi economica, disoccupazione: la pandemia sta mettendo a dura prova la nostra società e la nostra patria. – il Sindaco ha così concluso – Ma è proprio nei momenti di difficoltà che bisogna aggrapparsi ai principi e ai valori propri della Repubblica Italiana, senza dei quali non vi sarebbe via d’uscita. Ognuno deve fare la propria parte: lo Stato e le istituzioni, in primis, ma anche ogni singolo cittadino ha il dovere di contribuire al progresso materiale e spirituale della società. Oggi come allora dobbiamo credere nell’Italia e negli Italiani, nella capacità di risollevarci e di costruire un futuro migliore. Non si tratta di una speranza vana o utopica ma di qualcosa di estremante reale e tangibile. Uniti si vince! Viva il 2 Giugno, viva Ballabio e viva la nostra Patria.”
Il primo cittadino di Brugherio Troiano ha voluto dapprima salutare a nome della delegazione brugherese i ballabiesi per questo gradito ritorno in presenza a festeggiare. “Facciamo memoria del gesto di Ambrogio e di tutte le persone che in quegli anni avevano fatto questa scelta di libertà e il rischio di combattere per una cosa importante e per raggiungere la libertà complessiva che in quel momento mancava. Quei gesti, quelle valutazioni, quei rischi e anche quei fallimenti (l’azione era rischiosa e si è conclusa negativamente) eppure era un’azione da fare anche a rischio della vita per un valore più grande. Ripenso al comizio di De Gasperi quando diceva ‘Attenzione o popolo se voi scegliete tra monarchia e repubblica la forma della Repubblica state prendendo l’impegno che dice che da questo momento le sorti del paese sono nelle nostre mani. Sono in ogni singola scelta che facciamo. Questo è il senso profondo del scegliere la Repubblica come forma di governo per il nostro stato che stiamo andando a costruire. Allora la Costituzione, il rimboccarsi le maniche per costruire un paese nuovo. Non è difficile fare un parallelo con quello che sta succedendo oggi. In questo periodo abbiamo ragionato tantissimo su che cosa è la libertà ed abbiamo scoperto che questo implica anche lo stare attenti agli altri. Che le nostre scelte responsabili le facciamo anche nei confronti degli altri. Questi sono i valori che sono scritti nei titoli iniziali della Costituzione. Cioè che si cresce solo insieme”.
Il corteo si è spostato alla stele di Pino Galbani per rendere omaggio all’operaio italiano deportato nei campi di concentramento di Mauthausen-Gusen durante la Seconda guerra mondiale. Autore di memorie sulla deportazione e concentramento in uno dei campi nazisti più spietati e attivo e instancabile testimone dell’Olocausto subito dalla classe operaia in Italia per volontà fascista.
Oltre ai due borgomastri accompagnati da alcuni assessori, erano presenti il maresciallo Angelo Di Meo comandante della Stazione dei Carabinieri di Lecco, il capo della Polizia Locale Giovanni di Maria, i rappresentanti dell’A.N.P.I..
Ha deposto la corona al Monumento dei Caduti il nipote di Confalonieri. Presenti anche una delegazione della Croce Rossa Valsassina, della Protezione Civile del paese e degli Alpini.