La grande festa di Pasqua richiamava a Gerusalemme moltissima gente sia dalla terra di Israele che dall’estero. In quei tre anni Gesù di Nazareth era diventato ormai un personaggio molto noto, sia per il bene che faceva che per tanti insegnamenti spesso in contrasto con le autorità religiose del tempio. Ormai era già stata decretata la sua condanna a morte e Gesù sa bene che la sua giornata terrena si sta concludendo. Dopo aver risuscitato Lazzaro Gesù è sparito dalla circolazione e si è reso introvabile. Secondo l’evangelista Giovanni, si è recato in una cittadina di nome Efraim, a circa 25 chilometri da Gerusalemme. Questo spiega la domanda di molti Giudei (forse venuti da lontano) che spinti da curiosità si chiedono: “Che ve ne pare? Non verrà alla festa?”. La lontananza di Gesù spiega anche l’ordine dei capi dei sacerdoti e dei farisei che chiedeva alla gente comune di denunciare Gesù per poterlo arrestare. Vediamo come Gesù viene veramente trattato da criminale pericoloso e in un linguaggio moderno si dice: ormai il cerchio si stringe attorno a lui. È come dire che manca poco a prenderlo e ormai non può più sfuggire. Noi sappiamo che purtroppo la goccia che fa traboccare il vaso, cioè l’occasione per il suo arresto effettivo, è stata offerta proprio da uno dei suoi discepoli più vicini: Giuda Iscariota, uno dei Dodici.
In questo clima così pesante e triste avviene un fatto bellissimo che ci fa capire ancora una volta chi è veramente Gesù: un uomo che vive di amore e che è alla ricerca del nostro amore.
Dopo alcuni giorni passati al limite del deserto di Giudea, nella cittadina di Efraim, Gesù torna a Betania, vicinissima a Gerusalemme. È invitato a cena, un momento di festa nella famiglia di Lazzaro, Marta e Maria. Era giusto e bello fare festa perché Lazzaro era morto e grazie a Gesù è ritornato alla vita! Durante questa festa Maria prende un vasetto di profumo concentrato e invece di usare quel profumo goccia a goccia, come si fa normalmente, lo versa interamente sui piedi di Gesù. Per qualcuno che ha il cuore duro e senza amore questo è uno spreco, tanto denaro buttato via per niente quando poteva essere usato un po’ meglio, per qualche necessità. Per qualche altro, gente normale, sembra davvero una esagerazione. Si può amare, è vero, però bisogna anche stare un po’ attenti e prudenti! Maria non conosce questi limiti nel suo amore e nella sua riconoscenza verso Gesù! È eccessiva, esagerata, è vero, ma ci dà una grande lezione: l’amore non tollera alcuna limitazione! L’amore aspetta tutto e dona tutto! Nell’amore vero il linguaggio del calcolo economico e della prudenza, che nasce dalla sfiducia, non vale più!
In quella notte oscurata dalla sentenza di morte per Gesù, dall’ordine di denuncia, dalla durezza del giudizio di Giuda, risplende questo sole dell’amore riconoscente di Maria di Betania per Gesù, un amore infinito, capace di qualunque cosa. È questo stesso amore a cui Gesù ci chiama invitandoci ad uscire da tanti nostri calcoli, paure, durezze e piccinerie.
BENEDIZIONE DELL’ULIVO
Dopo avere risuscitato il suo amico Lazzaro, Gesù è ben consapevole che ormai è stata presa a suo riguardo la decisione di una condanna definitiva. Per questo si ritira in una cittadina lontana circa 25 chilometri da Gerusalemme, una cittadina di nome Efraim.
Dopo qualche giorno ritorna a Gerusalemme nel modo descritto dal Vangelo di oggi: trionfalmente, non di nascosto come se volesse sfuggire a un eventuale arresto. E’ la folla degli umili, dei semplici, dei bambini che lo accoglie facendogli festa e proclamando alcune verità che nascono dalla loro fede semplice e spontanea: questo Gesù viene nel nome del Signore, è Lui che lo ha mandato, questo Gesù è un vero re, vogliamo che sia il nostro re, questo Gesù può salvarci (la parola OSANNA! è una invocazione di salvezza).
Con il nostro ulivo, con la nostra gioia e la nostra fede vogliamo anche noi accogliere Gesù nel nostro cuore e dirgli: “Vieni Gesù! Vieni nel nostro cuore, vieni nelle nostre famiglie, nelle nostre città, nel nostro mondo. Noi sappiamo che sei venuto in mezzo a noi perché il Padre ti ha mandato. In questa nostra vita, spesso così piena di tribolazioni e di cose sbagliate, Tu solo puoi donarci un po’ di gioia vera! Nel nostro mondo lacerato da tanta violenza e corruzione Tu solo puoi donarci la pace, Tu solo ci puoi salvare! Osanna, salvaci Tu!”. E Gesù viene a noi. Viene con la sua semplicità e la sua mitezza. E’ inerme, cioè non viene a capo di un esercito ma in mezzo a una folla disordinata e contenta. Viene a dorso di un asino, con l’intenzione di portare la pace. E’ un re buono e umile. Non fa paura a nessuno e non obbliga nessuno ad accoglierlo. È discreto e bussa alla porta prima di entrare, e chiede permesso.
Se qualcuno avesse delle pretese nei suoi confronti, se uno non avesse l’amore nel cuore sarebbe pronto a dire: questo re non sa fare niente, è un incapace, per essere re bisogna essere abili e capaci di comandare e di imporsi. A che cosa serve un re che non sa comandare? Eppure Gesù continua a voler farsi accogliere da chi liberamente e con amore lo accoglie.
Poi verrà il momento in cui apriremo gli occhi all’infinito, all’eternità e ci apparirà Gesù in tutta la sua pienezza come ce lo descrive l’apostolo Paolo: Gesù è l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione. Tutto è stato fatto in lui e per lui! Tutte le cose visibili, invisibili, tutto continua ad esistere perché Lui le fa esistere, perché Lui è la vita e dona la vita! E se in questo mondo tutti e tutto sembra passare e morire Lui è il vivente, Colui che nessuno potrà mai sopprimere, far scomparire. Lui è passato attraverso quella strettoia difficile che noi chiamiamo morte ma è il vivente in eterno.
Lui è qui: chiama anche noi a seguirlo e condividere con amore la sua vita perché vuole che anche noi viviamo per sempre con Lui.
Libro del Profeta Zaccaria 9,9-10 Così dice il Signore Dio: “ Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino!” Lettera di San Paolo ai Colossesi 1,15-20 Fratelli, Cristo è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra.
Vangelo secondo Giovanni 12,12-16 La grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!”.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio