LETTERA: “LAVORO IN OSPEDALE, FAREI FARE UN GIRO NEI REPARTI COVID A QUEI GIOVANI DEL BAR DI BALLABIO, APPICCICATI E SENZA MASCHERINA…”

Buonasera,
in questo momento mi sento di dovermi un po’ sfogare e chi meglio di voi può ascoltarmi e forse far capire il mio pensiero e spero anche di altri. Io lavoro da anni in ospedale e in questo momento la situazione non è felice… e la mia amarezza aumenta proprio quando dal mio balcone vedo una colonna di macchine di rientro a casa dopo un sereno e spensierato pomeriggio nei prati sicuramente in totale ” sicurezza”…. ma ancora di più mi vengono i brividi nel vedere una ventina di giovani che alla chiusura del bar XXXXX si ritrovano fuori dal cancello appiccicati, senza mascherina, a spintonarsi e a scherzare ignari che proprio loro potrebbero creare grossi guai a nonni, genitori e a magari a loro stessi.

Nessuno è esente, questa totale ignoranza ci farà rinchiudere in casa per lungo tempo. A questi giovani farei fare un giro in ospedale, nei reparti COVID dove la gente ancora muore e vi assicuro che muore male, con fame d’aria e in completa solitudine…..

Scusate lo sfogo ma io come tanti tengo una mascherina FFP2 per tutta la durata del turno… è così difficile per questi, passatemi il termine, “ignoranti” nel senso che ignorano mantenere le distanze e indossare una cavolo di mascherina sul naso nel giusto modo? Possiamo stare a fare zone rosse, gialle, verdi e arcobaleno ma se alla gente non interessa nulla parliamo solo di aria fritta!!! Non cambierà nulla dal mio sfogo ma io come tanti siamo stanchi di fare sacrifici e vedere che fuori casa non frega nulla a nessuno.

Grazie per l’attenzione.

Lettera firmata

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NOTA EDITORIALE
Per una pura casualità, sabato pomeriggio il cronista transitava in auto proprio davanti al locale indicato dall’autrice della lettera; poco prima dell’orario di chiusura delle 18, decine e decine di persone quasi tutte di giovane età, forse un centinaio, stazionavano appena fuori il bar, tutti “appiccicati” come descritto dalla nostra lettrice e privi di mascherine. Uno spettacolo che nostro figlio diciottenne ha commentato chiedendosi perché mai lui debba continuare a rispettare le regole se tanti coetanei (e non solo) le violano spensieratamente.
La risposta più chiara è nelle parole pubblicate qui sopra.