Gesù “è salito al cielo e siede alla destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine”: queste sono le parole che diciamo ogni volta che facciamo la nostra professione di fede. In queste parole c’è tutto: c’è il passato, il presente e il futuro.
Il passato: un piccolo gruppo di persone (uomini e donne) che avevano incontrato Gesù di Nazareth come maestro e amico affermano che questo stesso Gesù, condannato a morte e sepolto, il terzo giorno è risorto ed è vivo e loro l’hanno visto. Per circa duemila anni questa notizia, bella per qualcuno e fastidiosa per altri, è arrivata fino a noi e noi siamo tra quelli che ritengono questa una bella notizia (nell’antica lingua degli apostoli si dice Vangelo). E’ bello poter dire che un morto in realtà vive. Se siamo interessati a vivere e non vorremmo neanche sentir parlare di morte dovremmo sentirci molto interessati a quell’uomo di cui qualcuno dice che è vivo dopo essere stato ucciso.
Il presente di quella persona, Gesù di Nazareth, è che siede alla destra del Padre, ossia ha un posto privilegiato e di particolare intimità e vicinanza con Dio. Fa parte del nostro presente il fatto che lo stesso Gesù, che non vediamo, in realtà lo possiamo incontrare in vari modi misteriosi ogni giorno e in ogni luogo dove siamo. Ne parliamo
spesso tutte le domeniche.
Il futuro: Gesù verrà nella gloria a giudicare. Noi cristiani ci distinguiamo da tutti gli altri proprio per questa caratteristica: viviamo nell’attesa di qualcuno che tornerà, e tornerà in modo manifesto e chiaro a tutti, e verrà con grande potenza e gloria. Parliamo di Gesù. Oggi mettiamo pure da parte l’abbondante parola che abbiamo ascoltato e che contiene tante frasi misteriose, difficili e spesso incutono paura. Non preoccupiamoci. Siamo cristiani per vivere nella gioia e nella pace i nostri giorni, non per vivere nella paura. E questa pace ci viene dalla consapevolezza di essere salvi, di essere sulla strada buona. Ma spesso ci troviamo circondati da pericoli o da persone che non comprendono o ci criticano e poi condividiamo con tutti la fatica di vivere, attraversiamo come tutti momenti difficili, affrontiamo come tutti la malattia e la morte. Ma anche in queste situazioni quella gioia e quella pace non ci abbandonano, anzi ci danno una forza speciale che ci fa andare avanti: si chiama speranza. Noi viviamo “nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo”. E cosa è questo compiersi della nostra speranza? Ce lo dice il Vangelo di oggi verso la fine.
Sono parole belle e chiare che prevalgono sulle altre, misteriose e difficili. L’evento futuro consiste nel fatto che tutti vedranno con chiarezza. Non ci sarà più la possibilità di opporsi gli uni contro gli altri, sarà finito il tempo di esprimere le proprie opinioni sulla storia, le religioni, la vita. Gesù si imporrà con tutta la forza del suo essere eterno figlio del Padre, Colui nel quale tutto esiste. Tutte le vicende di questo mondo tumultuoso e della nostra storia spesso violenta e ingiusta, saranno finite. Chi avrà cercato, amato, adorato Gesù in questa vita sulla terra in quel momento sarà ricolmato di gioia infinita e non avrà nulla da temere.
E poi c’è l’incontro, un raduno di tutti coloro che hanno scelto di stare dalla parte di Gesù: questi sono chiamati gli eletti. Vuol dire che prenderemo piena coscienza di essere stati amati da sempre da parte di Dio che ci ha scelti per essere suoi e saremo ricolmati di una infinita riconoscenza. In forza del nostro battesimo possiamo dire che siamo noi gli eletti, naturalmente se siamo fedeli alle promesse fatte il giorno del nostro Battesimo. Dunque non si tratta di fare qualcosa di nuovo o di speciale. Si tratta di vivere come sempre e come tutti. Ma noi andiamo avanti con questa forza interiore che non tutti hanno: è la sicurezza che un giorno avverrà qualcosa di grande e di bello. Quel giorno vedremo con chiarezza Gesù, il suo volto, la sua gloria, il suo amore e saremo insieme con tutti coloro che lo hanno amato e seguito. “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire con grande potenza e gloria … e radunerà i suoi eletti …”
Libro di Isaia 24,16-23
Impallidirà il sole perché il Signore degli eserciti regna sul monte Sion e a
Gerusalemme, e davanti ai suoi anziani risplende la sua gloria.
Prima Lettera ai Corinzi 15,22-28
Fratelli, in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo
posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.
Vangelo secondo Giovanni 18,33-37
“Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande
potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità
della terra fino all’estremità del cielo”.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
Scarica il foglietto
–> avvisi dal 14 al 22 novembre 2020