DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA DOMENICA DI CRISTO RE

“La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?” Così ha detto Pilato che doveva giudicare Gesù. Pilato voleva fare un’indagine per sapere la verità. Gesù era davvero un criminale che doveva essere condannato a morte? Quale era la verità su Gesù? Era chiaro per tutti che Gesù non aveva fatto nulla di male anzi aveva fatto del bene a tantissima gente. Certi fatti come la risurrezione di Lazzaro e tante guarigioni, la profondità dei suoi insegnamenti avevano fatto scalpore. Le folle fatte di persone semplici e povere erano tutte dalla parte di Gesù. Eppure Pilato parla della gente e delle autorità del tempio, i capi dei sacerdoti a cui Gesù dava semplicemente fastidio e per i quali Gesù doveva essere condannato a morte. Allora hanno cercato a tutti i costi una scusa  e ne hanno trovato una di tipo politico: Gesù dice di essere re ma loro il re ce l’avevano già e dunque Gesù poteva essere accusato di essere un rivoluzionario e di minacciare l’ordine pubblico. E’ vero che Gesù entrando in Gerusalemme è stato acclamato figlio di Davide, il grande re dell’antichità, ma è anche vero che, quando la gente che aveva mangiato pani e pesci era andata in cerca di Gesù proprio per farlo re,  Gesù  fuggì sul monte e rimase lassù solo, a pregare. Gesù non aveva mai detto di essere re. Gesù non aveva mai detto: “Venite a me che sono il vostro re, io vi guiderò e vi proteggerò!”. Ha detto piuttosto: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò ristoro. Imparate da me che sono mite e umile di cuore”.

Ora Gesù è davanti a Pilato e il capo d’accusa è che Gesù è re. Basterebbe una piccola e innocente frase per evitare la condanna a morte. Se Gesù dicesse: “No, io non ho mai detto di essere re!” sarebbe la pura verità. Un piccolo compromesso, una chiarificazione, neanche una vera piccola bugia, potrebbe evitare la sua condanna a morte per crocifissione. Invece, alla domanda chiara di Pilato: “Dunque tu sei re?” Gesù risponde in modo semplice e inequivocabile: “Sì, io sono re”. Perché questa è la grande verità: è la verità che apre il nostro sguardo al mondo intero, all’eternità.

Gesù sa di essere il Figlio eterno del Padre:  tutto è stato fatto per lui e senza di lui niente è stato fatto. Lui ha pieno potere anche sulle forze della natura, lui ha potere di giudicare e di dare la vita, lui conosce profondamente cosa c’è nel cuore di ogni persona, non c’è nessuno che è re come lui che può fare tutto, che conosce tutto, che è dappertutto.

Al suo confronto tutti i re della terra impallidiscono: il loro potere dura qualche anno, devono esercitarlo spesso usando la forza e incutendo paura o magari la corruzione. Dicendo: “Io sono re!” Gesù dice tutta la verità su se stesso, su di noi e sul mondo intero. Ecco allora che aggiunge: “Per questo io sono nato e per questo sono venuto al mondo: per dare testimonianza alla verità.”

Noi tutti sappiamo come è andato a finire questo processo: Pilato è stato un debole e ha avuto paura. Se ne è lavato le mani e ha permesso che Gesù fosse condannato a morte. Lui stesso ha scritto su un cartello da appendere in alto alla croce il motivo della condanna: GESU’ NAZARENO RE DEI GIUDEI. E l’ha scritto in tre lingue: in ebraico, in greco e in latino, perché tutti lo sapessero. Questa è la verità.

Poi Gesù rivolge un appello che ci chiama in causa: “Chi è dalla verità, ascolta la mia voce”. E’ come dire che chi scende a compromessi, chi crede nella necessità delle piccole bugie per salvarsi da situazioni difficili o per approfittarsi di una situazione favorevole, non avrà mai una sintonia con le parole, con il modo di essere e di vivere di Gesù. Essere dalla verità, essere nella verità, cercare sempre la verità con passione e grande desiderio di trovarla, vivere nella più assoluta onestà, sempre e comunque: questa è la strada maestra che ci avvicina sempre più a Gesù che è la Verità.

Domandiamo al Signore nella nostra preghiera che ci aiuti a vivere sempre nella verità e ripudiare ogni forma di menzogna e corruzione. Allora potremo dire che veramente Gesù è il nostro Re, per sempre.

Don Benvenuto Riva parroco di BallabioDon Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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