DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA 2ª DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DEL BATTISTA

Tra poco noi pregheremo con le parole del canto dopo il Vangelo: “Tu sei la mia forza altro io non ho, tu sei la mia pace la mia libertà. Niente nella vita ci separerà: so che la tua mano forte non mi lascerà. So che da ogni male tu mi libererai: e nel tuo perdono vivrò”. Se consideriamo bene queste parole in tutto il loro significato dobbiamo veramente chiederci: “Ma è vero?”. Davvero Gesù è la nostra forza e non abbiamo altri che ci danno forza e coraggio come ce li dà lui e sappiamo che la sua mano forte non ci lascerà mai? Davvero viviamo in pace e sentiamo la gioia di essere liberi perché viviamo in Gesù? Davvero confidiamo così tanto in lui che ci protegge e ci libera da ogni male e se abbiamo commesso del male lui ci comprende e ci perdona? Sono parole davvero impegnative che si riassumono in una sola frase: Tu sei la mia vita. Gesù è la nostra vita.

Questa è la grande risposta che dobbiamo dare alla domanda: Chi è Gesù? E’ la domanda che abbiamo sentito anche domenica scorsa da parte di Erode: “Chi è dunque costui del quale sento dire tali cose? E cercava di vederlo”. Ma questo desiderio di Erode di vedere Gesù veniva da una banale curiosità: quella di vedere qualche bel miracolo e basta, ma Gesù non si presta a questi giochi da circo. Ma la domanda rimane seria, e l’ha fatta Gesù stesso ai suoi amici: “La gente chi dice che io sia? E voi chi dite che io sia?”.

Tutta la parola di Dio di oggi apre i nostri occhi ben al di là delle nostre vicende quotidiane, dei nostri impegni, dei nostri progetti, della nostra storia. Ci invita a guardare in avanti, al futuro eterno, al di là del nostro tempo, ci invita a pensare all’infinito. Senza la speranza di raggiungere questo infinito, che è poi la vita eterna nell’amore e nella pace di Dio, la nostra vita sarebbe ben misera.

L’apostolo Paolo ce lo dice chiaramente: “Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede. Se abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risorto dai morti!”. E così ci annuncia Cristo vittorioso di tutte le potenze nemiche e vittorioso sul nostro più grande nemico che è la morte. Da Gesù Cristo viene a noi la vita e verrà il giorno in cui Dio sarà tutto in tutti. Noi non possiamo vivere senza la speranza di arrivare a quel giorno, in cui tutte le menzogne verranno alla luce e tutte le ingiustizie subite saranno vendicate, tutte le ferite della violenza saranno risanate.

Il profeta Isaia immagina quel giorno e lo descrive con parole di grande poeta: “Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più lo splendore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore. Il tuo sole non tramonterà più né la tua luna si dileguerà, perché il Signore sarà per te luce eterna; saranno finiti i giorni del tuo lutto”. Anche davanti a questo futuro luminoso e meraviglioso, un futuro in cui regnerà sovrana la pace e la giustizia, un futuro in cui non si sentirà più parlare di prepotenza, di devastazione e di distruzione, viene spontanea la domanda: ma è proprio vero? Non è che sia tutto un sogno fatto per consolare chi è troppo scoraggiato in mezzo alle sue sventure e perché in questa vita porta pesi troppo pesanti? Ma il Signore prevede tutto questo e dice: Io sono il Signore, a suo tempo lo farò rapidamente. E’ l’invito rivolto a noi: il Signore dice che farà tutto questo: tu lo credi?

E nel Vangelo appare chiaro che in Gesù tutto questo si sta avverando. Le parole solenni che abbiamo ascoltato sono una replica di Gesù ai suoi nemici che lo stanno criticando, e anzi avevano già deciso di ucciderlo perché non soltanto violava il sabato ma chiamava Dio suo Padre facendosi così uguale a Dio. Tutto era nato dal semplice fatto che Gesù aveva incontrato un uomo paralizzato e gli aveva chiesto: Vuoi guarire? Lui naturalmente risponde di sì. E Gesù gli dice: “Va bene, sei guarito, prendi la tua barella e vai a casa tua!” Ma quel giorno era sabato e portare una barella era assolutamente proibito. Perché Gesù ha dato l’ordine di fare qualcosa di proibito dalla legge? Semplice: perché voleva che quell’uomo vivesse bene, sano e in pace. Nella potenza del suo amore Dio vuole questo per noi e Gesù, il suo figlio eterno, vuole e fa per noi le stesse cose che vuole il Padre, cioè vuole darci una vita piena, bella e sicura. Ma agli uomini del potere costituito questo modo di fare non era gradito perché portava disordine e confusione.

Ecco dunque chi è per noi questo Gesù: Colui che con la potenza dell’amore di Dio Padre ci dona la vita, anzi, ciascuno di noi deve arrivare a dire con piena consapevolezza: “Tu Gesù sei la mia vita!”

Don Benvenuto Riva parroco di Ballabio

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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