BALLABIO – Solo la messa alle 18 nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo ha caratterizzato la tradizionale Festa Patronale di San Lorenzo martire. Chiesa piena secondo le normative anti Covid-19 con il Gonfalone comunale e il sindaco Alessandra Consonni. La funzione solenne è stata celebrata dal parroco don Benvenuto Riva e dal diacono Dino con il servizio di un buon numero di chierichetti. Non è mancato il suggestiva accensione del faro che consiste nella combustione di un globo di bambagia (popolarmente: il Pallone) mediante un’asta al cui vertice sono fissate tre candelette. Il Faro è simbolo del sacrificio del martire che ha dato la sua vita per il Signore e di solito è ornato con i simboli del martirio: corona, palma e croce.
Durante l’omelia don Benvenuto, partendo dalla figura del martire Lorenzo, ha elogiato i bravi ragazzo. “Sappiamo tutti cosa significa essere dei bravi ragazzi oggi: che si impegnano a scuola, che fa i compiti, che studia, Ha incontrato dei bravi maestri che ha compreso la capacità del ragazzo di tenere un comportamento corretto, educato, rispettoso degli altri. L’autorità deve essere capace di cogliere questo nei bravi giovani. E i bravi giovani devono essere capaci di considerare tutti, in particolare di chi ha bisogno di una presenza, di un invito di un sorriso.” Il parroco ha castigato, sempre attraverso la figura di San Lorenzo, un malcostume diffuso nel mondo delle compagnie giovanili di oggi: quello di non aprirsi a tutti ma solo in gruppetti ristretti e chiusi lasciando in disparte alcuni che abbisognano di attenzione.
Al termine della cerimonia il parroco ha benedetto Ballabio con la Reliquia di San Lorenzo – non potendosi effettuare i bacio per ragioni di sicurezza – attraverso la formula rituale con cui il sacerdote invoca la protezione e la grazia di Dio per ogni abitante del paese.
La benedizione di Ballabio: