BALLABIO – L’incontro fu casuale nel parcheggio vicino alla rotonda della Lecco-Ballabio, Giovanni Agostani aveva due borsoni di caffé in mano. “Vado via subito, se mi aspetta prende il mio posto”. Non fece in tempo a dirmelo che ricomparve e mantenne la promessa. Fu così che conobbi Gianni Agostani, per me soprattutto residente in uno dei più begli edifici del paese, una villa moderna dalle linee armoniose. Ci tenne subito a farmi sapere che a Ballabio lui aveva storia, in un modo assolutamente garbato introdusse l’argomento dell’acquisto della villa oggi sede del Comune.
Perché fu il braccio ‘armato’ del sindaco Bruno Colombo quando questi decise di acquistare la villa Piloni con relativo parco, un bene lasciato dal proprietario, industriale di Lecco senza eredi, alla casa di riposo Airoldi e Muzzi.
Di milioni di lire ne servivano tanti, troppi. Da un lato Colombo trattò sul prezzo e vide di ottenere un finanziamento ma ancora ciò non bastava. Allora venne l’idea della raccolta popolare, oggi si direbbe crowdfunding. E chi si mise a bussare porta a porta, a fermare i ballabiesi per strada, a visitare uffici e imprese? L’Agostani. Si tirò su le maniche, un primo giro e poi altri.
“Lo sa chi ha veramente dato una mano a comprare l’immobile? La gente comune, neppure ricca. Ho visto vecchine che hanno versato tanto, rispetto a quello che potevano permettersi, persone che sono tornate a contribuire quando sembrava non si riuscisse ad arrivare alla cifra necessaria. Benché anche tra i possidenti ci sIAno stati contributori, ma che fatica! A tutti veniva rilasciata una regolare ricevuta perché l’impegno preso era di restituire il denaro negli anni futuri. Ogni anno ad estrazione si decideva chi veniva rimborsato”. Perché Giovanni detto Gianni Agostani fu assessore nella prima giunta Colombo nell’80 e poi vicesindaco con delega al Commercio alla riconferma nel secondo mandato.
Anni importanti per il paese che vide grandi trasformazioni. In quella decade il paese SI staccò dalla Comunità Montana della Valsassina per passare in quella del Lario Orientale, insomma con Lecco.
Sempre lì, sul piazzale del parcheggio al nostro primo ed unico incontro raccontò anche dell’ultima parte della sua avventura imprenditoriale iniziata a Ballabio, dove lui di Laorca trovò anche l’amore in Franca Locatelli.
All’inizio ci fu un magazzino, la vendita ai bar con il furgone. “Ho sempre girato, gli anni migliori furono quando si diffusero le macchinette negli uffici, poi però arrivò la crisi (alla fine degli anni 90, n.d.r.) stavo per chiudere. Ma sono un uomo fortunato. In imprenditoria non hai successo se non hai fortuna”. Il sole in quell’estate del 2016 ci stava cuocendo ma lui continuava, con il sorriso.
E che fortuna ebbe? “Uno dei miei due figli lavorava per una multinazionale dell’informatica, nacque così l’idea dell’e-commerce. Diedi fiducia ad entrambi i ragazzi. Gli affari presero il volo, non potevo credere che ci potesse essere ancora un mercato da aprire per il caffé”. In realtà non ci fu solo la buona sorte, aiutò anche una intuizione che valse ai giovani Agostani il futuro luminoso e un contenzioso legale con una nota marca italiana, disputa vinsero.
La sorte è comunque strana e bizzarra, perché si è portata via nel giro di meno di un paio di mesi due amministratori pubblici di peso per Ballabio, che lavorarono gomito a gomito. A fine di maggio scorso, infatti, è mancato il suo sindaco di allora Bruno Colombo.
In paese Agostani lascia un grande ricordo anche a chi per decenni suonò con lui nella sezione ottoni della banda “il Risveglio“. Una passione tardiva, nata in età adulta, ma perseguita con determinazione.
Peccato che non ci siamo più rincontrati – o forse in quel momento intenso ci eravamo detti tutto.
I funerali si terranno oggi giovedì 23 luglio alle 14.30 nella parrocchiale di Ballabio Superiore.
Nadia Alessi