La terza storia è la nostra e non solo nostra ma di tutti coloro che hanno accolto la parola di Gesù: san Paolo dice chiaramente che eravamo morti per le colpe ma Dio ci ha amati così tanto che ci ha fatto rivivere con Cristo. E’ la nostra storia personale fatta di desideri e conquiste, fatta di ideali buoni ma anche di sconfitte e cadute, fatta di bene e di male, quindi di vita e di morte che si scontrano dentro di noi. In mezzo ci sta la nostra libertà con la quale cerchiamo di scegliere il bene e la vita ma non sempre ce la facciamo. A volte siamo così ottusi e stolti da preferire ciò che ci porta al male e alla morte. Ma poi appare qualcosa di straordinario: la grazia, l’amore che ci viene da Dio che ci ama. Lui ci dà la luce e la forza di farci scegliere la vita e così siamo salvi. Lo sappiamo tutti che questa lotta tra la vita e la morte in noi non è ancora finita.
C’è anche la quarta storia ed è quella di Gesù. Ma di questa ci viene detto solo l’inizio: “Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo!”. Ecco la morte che è la grande nemica di Gesù che ha detto: “Io sono la risurrezione e la vita! Chi crede in me anche se muore, vivrà! Credi tu questo?”. La morte si avvicina a Gesù e con tutta la sua potenza di odio e di dolore cercherà di schiacciarlo e annientarlo una volta per sempre. Ma il terzo giorno Gesù risorge dal sepolcro, vivo e potente e si presenterà ai suoi discepoli salutandoli: “Pace a voi!”. In questa guerra cosmica e universale, questa è la vittoria definitiva della vita sulla morte, è la vittoria di Gesù che chiama anche noi a vivere in Lui. E’ la Pasqua che celebreremo la prossima settimana.
A dire il vero c’è una quinta storia. E’ per sottolineare la perenne vitalità della Parola di Dio. E’ la storia di questi giorni. Perché dobbiamo restare sempre in casa? Che cosa è questa paura del contagio? Non è forse in atto anche oggi questa lotta tra la vita e la morte? Chi ci fa stare in casa è l’amore per la vita! Questo desiderio di vita ha trovato anche un grido di speranza: ANDRA’ TUTTO BENE! Ma cosa diremo a chi è già morto o alla famiglie che sono state provate dal lutto e dal dolore perché hanno perso una persona cara? Che sono state sfortunate? Che andrà tutto bene per la maggior parte ma per qualcuno un po’ meno? No! Continueremo a dire che andrà tutto bene perché crediamo profondamente alle parole che Gesù ha detto a Marta: “Chiunque vive e crede in me non morirà in eterno”.
Non lasciamoci ingannare dalla prima parola del Vangelo “Passando …” come se Gesù stesse facendo una passeggiata. Questo Vangelo segue immediatamente quello di personaggi, la mentalità, le epoche storiche ma la sostanza non cambia: ci viene narrato uno scontro frontale tra la vita e la morte e in tutte e tre questa narrazioni chi vince è la vita! Tiriamo subito un sospiro di sollievo, non c’è spazio per l’incertezza: noi tutti siamo amanti della vita e la parola di Dio di oggi ci conferma in questo nostro grande e semplice desiderio, il più naturale di tutti: siamo vivi e vogliamo vivere! Se qualcuno ci dice che c’è la morte, cioè che la vita può finire, ci spaventa e non vogliamo giustamente sentirlo perché ci fa paura. E se alcuni avvenimenti ci parlano di qualcosa che si chiama morte e che viene per toglierci la vita la mia reazione è: no, non voglio morire, io voglio vivere! E se, lasciato a me stesso, sento la mia debolezza e sento che non riesco ad impormi perché la morte sembra vincere, io griderò: chi mi può aiutare a vivere? Chi mi può salvare?
Ecco la prima storia. Gli Israeliti lasciano gli Egiziani che avevano servito da schiavi per molti anni. Dirigendosi verso la Palestina arrivano alle acque del Mar Rosso e non sanno come proseguire. Gli Egiziani, pentiti di averli lasciati partire, li inseguono. Gli Israeliti vedono davanti a sé la morte certa: o nell’acqua del mare o per la vendetta degli Egiziani. Mosè grida verso il Signore invocando aiuto. Il Signore blocca gli Egiziani, apre una via attraverso le acque, gli Israeliti passano dall’altra parte e gli Egiziani tentano di inseguirli ma vengono travolti dalle acque. Al mattino gli Israeliti si ritrovano vivi e salvi e vedono morti i loro inseguitori. Riconoscono che se sono vivi è solo per intervento di una mano benevola e potente, sovrumana: quella di Dio che li ama fino a sceglierli come suo popolo prediletto!
La seconda storia è quella di Lazzaro, un amico intimo di Gesù, amico pure delle sue sorelle, Marta e Maria. Lazzaro si ammala e Gesù non corre a visitarlo, come le sorelle si aspettavano. Sapevano che Gesù l’avrebbe guarito e lo mandano a chiamare, ma Lui sta lontano. Quando muore, Gesù si avvia verso il villaggio di Lazzaro. Anche Marta e Maria, in fondo, pensano che ormai è tardi! La morte, dopo la malattia, ha spezzato la vita di Lazzaro, sembra che abbia avuto il sopravvento. E davanti alla morte, anche un amico buono e potente come Gesù che cosa può fare? Ma proprio qui Gesù entra con forza. Dopo avere incoraggiato Marta e Maria a continuare a credere, cioè a non perdere la loro fiducia in Lui, Gesù fa riaprire il sepolcro che era stato chiuso quattro giorni prima e richiama Lazzaro alla vita! Giustamente qualche giorno dopo Lazzaro offrirà una festa in onore di Gesù! E’ la festa della vita che ha vinto la morte, la festa dell’amore di Gesù verso i suoi amici!
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
Scarica il Foglietto
–> AVVISI DAL 29 MARZO AL 5 APRILE 2020