MORTERONE – Ultimo anno in Comune per Antonella Invernizzi, sindaco di Morterone in scadenza nella primavera del 2021. Inaugurando l’Atm Postamat la prima cittadina infatti ha annunciato di non avere più intenzione di guidare la macchina comunale. Con alle spalle già due mandati – il primo, 2009-’11, terminato in anticipo per una sfiducia – l’anno prossimo si concluderà la sua terza amministrazione, iniziata nel 2016 sconfiggendo al fotofinish l’agguerrito partito dell’astensione (su 38 aventi diritto votarono in 25 ma furono solo 15 le preferenze all’unica lista in corsa).
Un percorso durato oltre un decennio e non senza difficoltà anche sul piano personale, su tutte la vicenda delle gomme tagliate alla sua auto e il grosso incendio partito dalla strada, ma che Invernizzi rivendica con orgoglio, senza però nascondere di essere molto stanca: “Abbiamo un bilancio di circa 200mila euro, denaro insufficiente per garantire i servizi base alla popolazione di Morterone che non conta solo i pochi residenti ma vanno considerati anche i tanti turisti e possessori di seconde case, 400 persone che in estate sono fisse in paese. Inoltre l’impegno è totalizzante perché in Comune ci sono solo io: in 20 metri quadri gestisco tutti i settori, senza dirigenti o dipendenti al di fuori del segretario comunale dunque ogni cosa è responsabilità del sindaco”. Il Municipio a Morterone infatti apre solo per i consigli comunali o per eventi culturali, l’ufficio operativo è a Ballabio e solo da poco è stato possibile inserire un dipendente part time.
“Amministrare Morterone significa lavorare per il futuro – si confida la sindaca -, non è un fatto grave se oggi non ci vive quasi nessuno, a patto che si programmi perché un domani il borgo possa tornare a dare il meglio di sé. Morterone ha tanto da offrire per chi sa vedere lontano, e anche solo l’arrivo di internet veloce quindi del telelavoro ha permesso a molti villeggianti di trascorrere qui l’intera stagione estiva. Morterone poi deve continuare a scommettere sui suoi boschi, sul Resegone e sulla tranquillità che può offrire. Ci sono giovani con idee innovative e da loro deve partire la rinascita del territorio”. Per quando riguarda i papabili successori della Invernizzi invece è ancora presto per parlarne.
Alla voce “contro” quando si discute di Morterone vi è soprattutto la strada. Il borgo non è mai veramente a rischio isolamento perché non mancano le agrosilvopastorali che portano “alla civiltà”, tuttavia i 15 chilometri di tornanti della SP63 sono l’unica via d’accesso sicura e pubblica. Ed è qui che il paese valsassinese paga un pesante scotto agli altri due borghi alpini sul podio dei meno popolati. I 38 abitanti di Pedesina, in val Gerola, vivono a poche centinaia di metri da Rasura e anche raggiungere Morbegno è tutt’altro che un’impresa. Al secondo posto c’è Moncenisio, in val Susa, che di abitanti ne ha 35 e dista una ventina di minuti da Venaus e un’ora di auto da Torino, e che è invidiato da molti per i ricchi canoni idrici che alimentano le casse comunali (ma questa è un’altra storia).
Una soluzione per Antonella Invernizzi sarebbe la fusione con Lecco, “per incorporazione – precisa – esattamente come ha appena fatto Vendrogno con Bellano”. Una ipotesi che nel capoluogo ritorna a intermittenza inserita nelle ambizioni della “Grande Lecco” e in vista delle amministrative per Palazzo Bovara potrebbe tornare tema di discussione. Ma proprio l’avvicinarsi del voto, a Lecco prima e a Morterone l’anno successivo, lascia prevedere che ci vorrà del tempo prima che dalle parole si passi ai fatti concreti.
Cesare Canepari