Le preghiere che oggi rivolgiamo a Dio e le parole che oggi Dio rivolge a noi parlano della famiglia in generale e fanno riflettere sulla famiglia a cui ciascuno di noi appartiene. Ma parlando della famiglia la Chiesa ne sceglie una in particolare e ci invita a guardarla non come si guarda un quadro ma con il desiderio di imitarla. Definiamo santa questa famiglia perché da lei viene una luce capace di illuminare e aiutare le nostre famiglie. Sappiamo che si tratta di una famiglia di tre persone: Gesù, Maria e Giuseppe.
Eppure per un momento mettiamo da parte questi nomi e anche il pensiero della loro santità. All’inizio c’è una normale storia di due fidanzati, poi lei rimane incinta ma non del suo fidanzato. E’ normale parlare di tradimento. Il fidanzato va in crisi, sa che prima o poi la sua fidanzata verrà scoperta e condannata a morte per lapidazione, ma lui le vuole evitare questa brutta fine e decide di rompere segretamente il fidanzamento anche se così facendo va contro la legge, non poteva fare una cosa del genere. Tra i due fidanzati c’è una grave incomprensione e tutti e due soffrono molto. “Il marito la rimanda: un matrimonio fallito. Il primo incontro di questa donna con il male sono le sofferenze e le incomprensioni della famiglia, sofferenze reali anche se – e lo sottolineo – le persone sono buone, assolutamente prive di malanimo”. (Card. C.M. Martini).
Superate le incomprensioni si avvicina il momento del parto ma non c’è tempo e modo di partorire in pace: devono andare lontano e là avverrà il parto, in un alloggio di fortuna. Quando il bambino nasce vengono a sapere che è già ricercato dal re che lo vuole uccidere e allora devono scappare ancora. Quando lo portano al tempio un uomo anziano da tutti ritenuto santo profeta dice che questo bambino sarà “segno di contraddizione”. Ascoltiamo ancora le parole del Card. Martini in una sua predica: “Maria viene a sapere molto presto che il bene non produce soltanto bene, ma pure rovina, perché è segno di contraddizione: sperimenta che pensare, volere e fare il bene può essere ostacolo, può produrre anche il male, scatenare le conseguenze dell’opposizione. Piena di buone intenzioni e di fiducia nella vita, pensa che il suo Figlio è nato per una grande missione di bene e si sente profetare: porterà rovine, contrasti, contrapposizioni. Lo scontro più vero con il mistero del male si verifica proprio quando ci si accorge che il bene non produce solo bene. La giovane donna semplice e ingenua comincia a intuire che i pensieri del cuore umano sono tenebrosi”. E ancora quel sant’uomo dirà alla madre: “E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Oggi abbiamo sentito le parole di questa donna al figlio: “Perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Dopo alcuni anni passati insieme nella pace di una casa con un lavoro di falegname e avere giustamente goduto della bellezza della intimità familiare, vedrà suo figlio sempre più accerchiato da nemici che lo rifiutano, gli tendono insidie per farlo cadere e alla fine lo condannano a morte, lui innocente e buono che ha fatto del bene a così tanta gente, e lei è presente a tutte queste sofferenze fino alla morte. Chi può immaginare tutto il suo dolore di madre?
Dopo avere sentito la storia di questa famiglia può nascere un pensiero: E chi può imitarla? Anzi tante persone possono sentirsi prese da paura e dire: no, non me la sento di percorrere questa strada! E’ troppo difficile, non è questa la famiglia che sognavo per me, per i miei figli. Ma queste tre persone, Maria, Giuseppe e Gesù, non è bene chiamarle persone eroiche e fortissime, come per sottolineare la distanza che esiste tra noi deboli e loro forti, tra noi peccatori e loro santi. Loro hanno semplicemente cercato nella loro esistenza di fare il bene, quel bene che Dio di volta in volta mostrava loro. E loro hanno sempre confidato in Dio, nel Dio di Abramo, di Mosè e di Davide. E Dio li ha sempre salvati quando le circostanze si sono rivelate difficili. L’avvenimento più difficile ha avuto luogo al Calvario ma proprio lì si è manifestata la potenza dell’amore di Dio. Essere stati coinvolti in questo amore e vivere per questo: ecco la santità di Maria, di Giuseppe e di Gesù. Questo amore ci attira e in questo vogliamo vivere!
Libro del Siracide 7,27-30 Onora tuo padre con tutto il cuore e non dimenticare le doglie di tua madre. Ricorda che essi ti hanno generato: che cosa darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?
Lettera ai Colossesi 3,12-21 Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro.
Vangelo secondo Luca 2,41-52 Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose loro: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
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