Nessuna spinta, nessun bastone per fare cadere. Quei criminali di 14 anni, insultati, che qualcuno avrebbero voluto prendere a calci nel sedere sembra che alla fine erano solo in giro per Ballabio a rincorrersi. Insulti a genitori che non saprebbero educare, come se invece avessimo schiere di padri di famiglia che sono i patriarchi della moralità e maestri dell’insegnamento dei propri. Paventati reati nei confronti di minorenni, messi alla gogna senza nemmeno sapere come stessero i fatti. Erano in giro per il paese a correre.
E nessuno chiede scusa, ma qualcuno strumentalizza per giustificare le 11 telecamera, che sono utili, ma per altro. Ma qui è già tutta campagna elettorale, sulle spalle di ragazzi e ragazze che hanno commesso l’errore di scontrarsi con una signora, sicuramente devono stare più attenti; non c’è niente di più bello di sapere che malgrado la totale assenza di spazi di aggregazione in paese, malgrado l’assenza di qualunque azione rivolta a costruire ed educare insieme i giovani per farli sentire parte di una comunità, vogliono uscire, vivere le strade del paese divertendosi senza pensare a nulla, stando insieme.
E quella comunità che si spende attaccando la maleducazione, pensa che l’unica soluzione siano calci, sberle e quant’altro per educare dei giovani che corrono in giro. I calci nel sedere usiamoli per ben altre situazioni.
Forse preferiremmo che stiano nei bar, o chiusi in casa a guardare ore e ore il telefono, a 14 15 anni, perché esattamente a Ballabio che dovrebbero fare?
Chi li ha criminalizzati, facendo post imbellettati, per poi ritrattare, non chiederà mai scusa. Non lo farà, perché probabilmente se devono correre in giro è meglio che “lo facciano a casa loro”.
Uno che a Ballabio ci ha vissuto tutta l’adolescenza e continua a farlo.
[Intervento su Facebook di Manuel Tropenscovino, Ballabio]