Gesù si era allontanato dalla Galilea per andare vicino al fiume Giordano dove Giovanni Battista predicava la conversione per preparare la via al Signore che stava per manifestarsi. Al fiume Giordano anche Gesù riceve il Battesimo “e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”. Subito dopo, “pieno di Spirito Santo si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo”.
Come fa il diavolo a tentare Gesù? Semplicemente gli insinua il dubbio sulla sua identità di figlio di Dio. Questo Gesù che fino a poco tempo prima era un falegname di Nazareth e da tutti creduto figlio di Giuseppe è o non è il figlio di Dio? Da che cosa si capisce che Gesù è Figlio di Dio e non uomo come tutti? Il diavolo non si oppone al fatto che Gesù sia Figlio di Dio. Semplicemente gli suggerisce di dare delle prove della sua potenza come per esempio trasformare i sassi in pane o anche mettersi a volare come gli angeli, superando la forza di gravità. A Lui, onnipotente Figlio di Dio, cosa costa dare questi segni agli uomini per attirarli a sé e salvarli dal male e dalle fatiche della vita? Per Gesù sarebbe stato come mettere in dubbio la voce del Padre che con chiarezza gli aveva detto: Tu sei il mio Figlio, l’Amato. Gesù non cede alle proposte del diavolo, non dà nessun segno della sua potenza straordinaria per attirare a sé gli uomini. La salvezza vera è un’altra cosa.
Ed è così, sempre “con la potenza dello Spirito Santo” che torna a casa sua, a Nazareth di Galilea. Ma passando di villaggio in villaggio si ferma nelle varie sinagoghe e parla così bene che la gente, piena di meraviglia, lo loda. Giunge a Nazareth, il villaggio dove era cresciuto e dove, tutti i sabati, frequentava la sinagoga per ascoltare la parola dei profeti. Legge un brano del profeta Isaia e non fa un lungo commento. Anzi, praticamente dice che quel brano non andava nemmeno spiegato, tanto era chiaro. Infatti Gesù stava proprio facendo quello che il profeta aveva scritto qualche secolo prima.
Isaia parlava di poveri cui viene portata una buona notizia. In genere i poveri che hanno perso fiducia nelle istituzioni umane, si aspettano un qualche miglioramento della loro vita. Si parla di prigionieri che aspettano la libertà. Si parla di ciechi che desiderano vedere. Si parla di oppressi che, come i prigionieri, aspettano la liberazione. Annuncia anche il suo atteggiamento nei confronti di chi sbaglia ma decide di cambiare vita, pentendosi del male fatto: Gesù si mostra paziente, umile, misericordioso, ben disposto al perdono.
Questa è la vera potenza che Gesù vuole mostrare, non mettersi a volare come gli uccelli o servirsi della sua potenza per mangiare senza fare fatica. Gesù vuole mostrare la potenza del suo amore e si avvicina con amorevolezza verso che ne ha più bisogno perché è povero, è piccolo, è caduto, ha sbagliato, ha bisogno di comprensione, di aiuto, di perdono. Non siamo forse noi queste persone? Siamo disposti ad accettare questo Salvatore umile, mite, buono, che non propone successi immediati, non ama la pubblicità? O forse desideriamo un altro Salvatore, un po’ più pratico, un po’ più efficace ed immediato? Quanta gente lungo la storia, dal tempo in cui Gesù predicava in Galilea fino ad oggi, è rimasta delusa da Gesù perché non salva secondo le aspettative! Dio ci preservi da questo errore! In fondo questo Gesù diventato adulto non si allontanato per nulla dalla debolezza del bambino nella mangiatoia di Betlemme! La debolezza e la semplicità di Gesù, prima bambino a Betlemme poi predicatore in Galilea poi morente sulla croce mentre si affida al Padre, è la via sicura che ci porterà a vedere la vera forza di Dio che è la forza dell’amore.
Il seguito del racconto di oggi, purtroppo, dice che i compaesani di Gesù, quelli che lo ascoltavano quel giorno a Nazareth si sono ribellati a Gesù e l’hanno cacciato fuori e volevano addirittura buttarlo giù dal ciglio del monte ma Gesù riuscì a svincolarsi e a scappare. Questo è solo l’inizio delle difficoltà e opposizioni che incontrerà in tutta la sua vita. Noi invece vogliamo essere tra quei poveri e quei peccatori che accolgono Gesù come il loro vero Salvatore.
Libro del Siracide 24,1-12 La Sapienza fa il proprio elogio, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria: “Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere”.
Lettera ai Romani 8,3-9 Fratelli, Dio, mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito.
Vangelo di Luca 4,14-22 Il Signore Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
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