Il profeta Isaia, da grande poeta qual era, descrive così la venuta del Signore: “Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri”. E l’evangelista Matteo parla anche lui della venuta del Signore ma citando un altro profeta, e cioè il profeta Zaccaria: “Dite alla figlia di Sion: Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”.
La folla di Gerusalemme accoglie Gesù come il figlio, discendente del re Davide, con le parole: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”. E implora da Lui il dono della pace e della salvezza. Questo è il significato dell’invocazione: “Osanna!”. Invece l’autore, rimasto sconosciuto, della lettera agli Ebrei, immagina un bellissimo dialogo tra il Padre e il Figlio nel segreto e nell’intimità della loro eterna vita di amore infinito. Le parole del Padre non compaiono direttamente ma si possono ricostruire così: “Io ti amo infinitamente figlio mio! Ti amo così tanto da mettere tutto nelle tue mani e creare per te una schiera infinita di figli e figlie che possano accoglierti come loro fratello!” E il Figlio risponde: “Dunque tu, o Padre, vuoi che io diventi in tutto come loro e loro diventino come me! Vuoi che io diventi uomo, come loro? Vuoi che io abbia un corpo come loro? Sì, o Padre! Ecco, io vengo per fare la tua volontà!”.
Qui appare tutta la bellezza e la semplicità di un SI’, il sì dell’obbedienza. E qui sta scritto, come anche in altre parti della Bibbia che l’obbedienza vale più di mille sacrifici. Cosa che tutti noi comprendiamo benissimo perché è quello che avviene anche in tutte le famiglie. Infatti i genitori sono disposti ad affrontare qualunque sacrificio e lavoro per far star bene i loro piccoli e non pretendono da loro che “paghino” in soldi e lavoro quello che ricevono. Tutto è dono gratuito. Ma giustamente pretendono che i loro bambini li ascoltino e siano docili alla loro volontà, cioè siano obbedienti! Così ha fatto il Figlio nei confronti dell’eterno Padre. Il Figlio diventando uomo ha preso il nome di Gesù. E quando Gesù ha incontrato tanti suoi fratelli che non l’hanno accolto e si sono scatenati contro di lui, anche allora ha ripetuto il suo SI’ pieno al Padre. “Padre, lo spirito è pronto ma la carne è debole. Se è possibile passi da me questo calice ma sia fatta non la mia ma la tua volontà!”. Gesù è l’uomo obbediente, l’uomo del SI’. Oggi è l’8 dicembre e la mente e il cuore del popolo cristiano va spontaneamente alla Immacolata Concezione di Maria. Noi dobbiamo vedere l’Immacolata Concezione di Maria nelle parole di Gesù al Padre: “Un corpo mi hai preparato!” Così abbiamo pregato nella prima orazione: “O Dio, che in previsione della morte redentrice di Cristo hai preservato la vergine Maria fin dal primo istante da ogni macchia di peccato e così hai preparato al Figlio tuo fatto uomo una degna dimora”.
Ecco chi è Maria di Nazareth: una persona che il Padre ha voluto preparare alla perfezione, bellissima nel corpo e nello spirito. Il suo corpo è stato la culla dove il Figlio di Dio potesse germogliare e svilupparsi da bambino prima di nascere. Ma quel corpo era animato da uno spirito perfettamente obbediente e docile alla volontà del Padre. Infatti quando l’angelo Gabriele ha annunciato a Maria che il Figlio di Dio era pronto a incarnarsi in lei, chiamata “piena di grazia”, la sua pronta risposta è stata: “Ecco la serva del Signore! Si compia in me la tua parola!”. Qui ci viene indicata la via da seguire. Il senso di tutta la nostra vita sta nel fare nostre le parole di Gesù che viene nel mondo e di Maria che per prima lo accoglie dicendo: “Sia fatta, o Dio, la tua volontà!”.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
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