Forse ci sembra un po’ strano questo brano di Vangelo, forse anche un po’ difficile. Ma lo si può capire bene se si tiene presente quello che è successo il giorno prima. Gesù era entrato in Gerusalemme, seduto su un asino, accolto con gioia da tanta gente unita ai suoi discepoli. Questo ci porta con il pensiero alla celebrazione che facciamo anche noi la domenica prima di Pasqua, la Domenica delle Palme. Ma non tutti lo accolgono con gioia. Alcuni non lo conoscono e allora chiedono: “Chi è quest’uomo?”. Altri lo accolgono con ostilità, e sono proprio quelli della classe dei sacerdoti e degli anziani del popolo, irritati perché i bambini cantavano: “Osanna al figlio di Davide!”. Ai loro occhi era una profanazione l’uso di un titolo così sacro, che spetta solo al Messia futuro, usato per un semplice uomo di Nazareth! E poi questo Gesù era entrato nel tempio e aveva manifestato con forza il suo dissenso per come andavano le cose: compravendite, animali, soldi, commercio, mercato, e niente preghiera! E allora con forza e decisione caccia fuori tutti. E’ chiaro che le autorità costituite, soprattutto le autorità del tempio di Gerusalemme, pongono a Gesù la domanda: “Come ti permetti? Chi ti ha autorizzato a fare questo?”. Quest’oggi allora vediamo Gesù che prende atto di questa situazione: davanti a Lui la gente si divide e prende posizione: c’è chi sta dalla sua parte, lo acclama con entusiasmo, lo proclama figlio di Davide, cioè Messia Salvatore e lo accoglie con gioia, e c’è c’hi lo rifiuta e lo osteggia.
Chi sono i primi? Sono i poveri, i semplici, i bambini, i peccatori. Oggi, come esempio, Gesù cita due sole categorie di peccatori: i ladri e le prostitute, ma ci sono anche tutti gli altri.
Chi sono i secondi? Sono le autorità costituite, sia quelle civili che quelle religiose. Queste autorità, soprattutto religiose, pretendono di sapere già tutto su Dio e quindi vedono con diffidenza un predicatore che cerca di insegnare cose nuove su Dio, e le autorità civili puntano all’ordine generale, alla conservazione del loro potere e al mantenimento delle tradizioni. E’ chiaro che anche loro si oppongono a uno che sovverte l’ordine costituito e crea disordine nel popolo.
Allora Gesù porta un esempio facile da capire: un uomo ha due figli e desidera che vadano a lavorare nella sua vigna. Semplice, no? Ma uno è svogliato e prima risponde male al Padre ma poi si pente e va a lavorare. Il secondo è più educato e risponde: “Sì, signore” ma poi di fatto non va. Il primo figlio rappresenta tutti coloro che sono un po’ ignoranti, poco istruiti, semplici come i bambini, persone che si sono lasciate tirar dentro nel vortice del male, persone che si sono allontanate da Dio e non hanno camminato nella strada dei suoi comandamenti che sono via della vita. Tutte persone che sentono che a loro la vita è andata male. Queste sono le persone che all’apparire di Gesù vedono come una luce e sentono nascere la speranza di una vita nuova, lo vedono come uno che può entrare nella loro vita e la rinnova. Da rifiutati e disprezzati si sentono accolti con simpatia e stima da questo Gesù. Il secondo figlio rappresenta tutti coloro che sanno mettersi di fronte a Dio in atteggiamento educato e pieno di rispetto, sanno anche parlar bene di lui ma poi alla fine non accettano di compiere la sua volontà. E allora che figli sono?
La volontà di Dio Padre è chiarissima, detta al Battesimo di Gesù e sul monte della trasfigurazione: “Questo è il mio Figlio, l’amato. Ascoltatelo!” Anche oggi, come allora, c’è chi lo ascolta e quindi fa la volontà de Padre, e c’è chi non lo ascolta e allora non compie la volontà del Padre. Ma allora avviene qualcosa di strano e anche meraviglioso: tra chi accoglie Gesù, secondo la volontà del Padre che ce lo ha mandato, ci possono essere persone come ladri, prostitute, e noi possiamo aggiungere anche violenti, ingannatori, corruttori, avidi di denaro e potere, atei, pagani, che si sono rese conto degli sbagli commessi e trovano in Gesù uno che li perdona e li rinnova. Trovando Gesù trovano Dio. Gli altri che sono chiusi su ciò che sanno fare da soli senza accogliere Gesù non arriveranno a Dio, anche se sanno fare bei discorsi su di Lui.
Allora si impone la domanda a tutti noi. Dove ci poniamo? Da che parte stiamo? Siamo veramente tra coloro che accolgono Gesù Cristo nella propria vita perché ci rendiamo conto che senza di Lui la nostra vita è persa? Se abbiamo peccato e sbagliato, non pensiamo che tutto questo sia un ostacolo all’incontro con Gesù. Tutt’altro: sono l’occasione per Lui per venirci incontro con il suo perdono.
Libro del Profeta Isaia 5,1-7 “La vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi”.
Lettera ai Galati 2,15-20 Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me. E questa vita che vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.
Vangelo di Matteo 21,28-32 In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
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avvisi dall’ 8 al 15 settembre 2019