DON BENVENUTO COMMENTA IL VANGELO DELLA SETTIMA DOMENICA DOPO PENTECOSTE

Ascoltando con attenzione queste tre letture notiamo che per tre volte si ripete la stessa storia e queste storie del passato noi siamo chiamati a riviverle oggi e siamo invitati a scrivere la quarta storia: è la storia della nostra libertà. Abbiamo la libertà di scegliere cosa fare nella vita: se viverla facendo quello che vogliamo seguendo i nostri desideri, i nostri sogni e qualche volta i nostri capricci (e tutto prima o poi avrà una fine miserevole) oppure se scegliere di viverla in una relazione d’amore con Dio che apre il nostro sguardo sull’amore, sull’infinito, sull’eternità e sugli altri considerati come nostri fratelli e sorelle, perché tutti figli e figlie dello stesso Padre che ci ama. Dio ci ama per primo ma poi lascia a noi la libertà di rispondergli.

La prima storia è quella degli antichi ebrei che sono finalmente arrivati nella terra di Palestina, la terra promessa da Dio al loro padre Abramo. Ormai non sono più nomadi, hanno preso possesso della terra, vivono un certo benessere, sono finite le difficoltà della vita nel deserto. Ma nel benessere corrono anche il rischio di dimenticarsi di quel Dio che li ha aiutati in ogni difficoltà quando attraversavano il deserto. Allora Giosuè, prima di morire, li raccoglie tutti in una località centrale chiamata Sichem, li invita a ricordare tutto il bene che Dio ha fatto ai loro padri e a loro stessi e li pone davanti a una scelta: o con Dio che li ha fatti uscire dalla schiavitù dell’Egitto e li ha aiutati nella traversata del deserto e ha donato loro la nuova terra da abitare o con gli dei delle popolazioni locali che li affascinavano con le loro storie di passioni e di fertilità e non erano così esigenti nelle loro richieste circa il comportamento personale. Giosuè sceglie per primo di seguire Dio e così dà il buon esempio. Anche il popolo, in questa occasione, dice con fermezza: “Noi serviremo il Signore, nostro Dio, e ascolteremo la sua voce!”.

La seconda storia, in ordine di tempo, è quella dei discepoli di Gesù. Ascoltano una parola che definiscono “dura”: è la parola di Gesù quando dice che chi mangia la sua carne e beve il suo sangue vivrà in eterno. Gesù si autodefinisce “pane vivo che viene dal cielo”. Molti discepoli non ci stanno e liberamente scelgono di andarsene. Gesù, che è la verità e quando parla dice sempre la verità, non è disposto a cambiare nulla del suo insegnamento, anzi preferisce restare da solo piuttosto che cambiare qualcosa del suo insegnamento. Ecco allora che dice ai Dodici apostoli: “Volete andarvene anche voi?”. Anche qui vediamo un uomo, Simon Pietro, che, come Giosuè, dà il buon esempio agli altri e dice: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il santo di Dio”. Liberamente sceglie di restare con Gesù e trascina in questa scelta anche gli altri Undici.

La terza storia, una ventina d’anni dopo a Tessalonica, capoluogo della provincia romana di Macedonia. Arrivano in città tre predicatori stranieri di nome Paolo, Silvano e Timoteo che definiscono falsi gli dei adorati in quella città e hanno la pretesa di annunciare e far conoscere l’unico vero Dio che ha manifestato la sua potenza risuscitando da morte il suo Figlio Gesù! Potrebbero fare tante obiezioni a questo strano Dio che lascia condannare a morte il suo Figlio ma alcuni scelgono e decidono: accettano la parola di Paolo e degli altri, si rendono conto che i loro dei sono effettivamente idoli vuoti, liberamente scelgono di ascoltare e amare il Dio vivente e abbandonano gli altri dei.

Ed ora è giunto il tempo della quarta storia: la nostra. Questa storia la possiamo scrivere oggi, ma nessuno ci obbliga. Forse l’abbiamo già compiuta approvando la scelta dei nostri genitori che hanno chiesto il battesimo per noi quando eravamo piccoli. O forse è una scelta che non abbiamo ancora compiuto perché trattenuti da paure o da incertezze o pigrizia. Forse un tempo eravamo più vicini a Dio ed ora ce ne siamo distaccati. Forse abbiamo bisogno di tempo per maturare una scelta così importante. La nostra vita è una occasione, un tempo propizio per maturare delle scelte. La scelta di seguire Dio è una scelta molto seria e impegnativa. Se l’abbiamo già compiuta abbiamo solo bisogno di forza per perseverare fino alla fine. Una cosa è certa: seguire Dio è VITA vera, pienezza di vita nella gioia e nella pace. Ma la scelta di vivere così deve avvenire in piena libertà perché questo è il grande dono che Dio stesso ha voluto dare a noi suoi figli. Senza libertà non esiste un vero amore.

Don Benvenuto Riva parroco di BallabioDon Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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