Abbiamo conosciuto che Dio è Amore. Lui stesso ce lo ha rivelato mandandoci suo Figlio. Noi siamo veramente figli di Dio perché Dio abita in noi. Questa è la grande opera di Dio in noi, questa è la nostra salvezza. Tutto questo abbiamo voluto ricordare domenica scorsa, Festa della Santissima Trinità.
Oggi la Chiesa ci prende per mano e ci fa percorrere da capo tutto il cammino che ci ha portato fin qui. Tutto è cominciato da un pensiero d’amore. Sì, perché l’amore è espansivo. Quando si ama davvero si vuole amare sempre di più e lo si vuole diffondere sempre di più. Così Dio, che è Amore, ha pensato e ha voluto creare il mondo. L’ha fatto in vista di noi, per avere tanti figli da amare e anche da perdonare.
Il mondo creato da Dio è come un libro, bellissimo, armonioso e anche complesso. Le domande contenute nella prima lettura sono solo l’inizio di una meditazione sul mondo, sono l’invito a continuare e a porci altre domande. Anche oggi il mondo pone all’uomo moltissime domande e le risposte non sono facili a trovare. Noi tutti non siamo chiamati ad essere scienziati ma dobbiamo tutti essere persone che cercano il senso delle cose: perché Dio ha creato il mondo e cosa ci faccio io qui in questo mondo?
Guardando bene il mondo vediamo anche cose che non vorremmo vedere: vorremmo vedere un mondo pulito e invece lo vediamo sporco, vorremmo vedere un mondo in armonia e invece vediamo un mondo lacerato e distrutto. Vorremmo vedere un mondo in pace e invece vediamo la sofferenza non solo degli uomini in guerra tra loro ma anche degli animali e della natura in generale. Lo dice anche l’apostolo Paolo: è vero, la natura soffre ma questa sofferenza porterà alla nascita di un mondo nuovo. Queste sofferenze sono come le doglie del parto! Sono pensieri profondi che siamo chiamati a coltivare e portare avanti personalmente.
Gesù invece si avvicina a ciascuno di noi con un atteggiamento di comprensione. Lui è capace di leggere nel cuore di ciascuno e vede che spesso siamo molto preoccupati e queste preoccupazioni spesso ci fanno venire l’ansia. Soprattutto quando abbiamo una responsabilità nei confronti di altre persone, in particolare i familiari. Abbiamo paura di non farcela, di non avere le forze sufficienti, di essere giudicati male, di non superare un esame, di non essere all’altezza della situazione. Però dobbiamo leggere bene il Vangelo di oggi: Gesù non dice che le preoccupazioni che riguardano il cibo o il vestito siano cattive. E’ più che giusto chiedersi che cosa mangeremo, che cosa berremo, che cosa indosseremo. Ma dobbiamo inserire queste domande all’interno di una visione più ampia che comprende anche il fatto che siamo figli di Dio, che Dio è nostro padre, un padre veramente buono che sa provvedere alla vita dei figli che ha generato. Come è stato capace di metterci al mondo così sarà anche capace di prendersi cura di noi! Se davvero fossimo capaci di pensare sempre a Dio che è nostro padre, alla sua bontà e onnipotenza, vivremmo davvero più tranquilli e sereni. Questo è ciò che interessa a Gesù nei nostri riguardi: vivere giorni sereni e in pace non perché sono assenti i problemi e le difficoltà ma perché Dio Padre ci assiste sempre, soprattutto nei momenti più difficili. Questo abbandono interiore nelle mani del Padre lo chiamiamo fede.
E per arrivare a questo Gesù, come un bravo maestro, ci dà un compito da fare: guardate gli uccelli del cielo, come fanno a vivere? Dove vanno a prendere il cibo? Osservate i fiori del campo. Chi li ha disegnati? Chi li ha fatti? Come mai sono così belli? Possiamo naturalmente continuare a guardare anche gli altri animali, le altre piante, il sole, le montagne, le stelle… Il Padre ha pensato a tutto. Allora ancora di più penserà a noi che siamo suoi figli con la nostra intelligenza, la nostra libertà e la nostra coscienza, creati proprio per dialogare con Lui, per amarlo e lodarlo!
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
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–> avvisi 23 giugno 2019