Siamo quasi giunti alla fine del testamento spirituale di Gesù. Anche queste sono parole molto profonde e preziose. Gesù guarda lontano e pensa alla vita futura dei suoi discepoli, una vita che loro non riescono neppure lontanamente ad immaginare. Una vita di annuncio della parola ascoltata da Gesù, ma come ricordare tutto quello che ha detto e ha fatto? Una vita che include anche molti miracoli e segni nel nome di Gesù che susciterà molte adesioni ed entusiasmi e anche feroci opposizioni, infine una vita che avrà la conclusione violenta nel martirio: così saranno veri testimoni e imitatori perfetti del loro Maestro e Signore. Simon Pietro verrà addirittura messo in croce, proprio come Gesù. In quel momento dell’ultima Cena del Signore i discepoli erano ignari di tutto quello che sarebbe successo a loro. Se l’avessero saputo sarebbero fuggiti, presi dalla paura e dallo scoraggiamento. Ma ecco l’annuncio prezioso: “Verrà lui, lo Spirito della verità, sarà lui a guidarvi a tutta la verità”. Poco prima, rispondendo a una domanda di Tommaso, Gesù aveva detto: “Io sono la Verità!”.
Poi aggiunge altre parole un po’ misteriose che riguardano le relazioni all’interno della vita divina ma il senso è che tutta la vita dei discepoli, di lì a poco, sarebbe stata tutta guidata dallo Spirito Santo che li avrebbe assistiti in ogni momento della vita: forza nei momenti difficili, luce nella mente per parlare di Gesù Salvatore, pazienza e costanza nelle tribolazioni, modo di vivere in tutto conforme al comportamento di Gesù, il loro Amico e Maestro, un modo di vivere plasmato dalla verità, dalla bontà, dall’amore, dalla docilità alla volontà del Padre. Solo lo Spirito Santo di Dio è quella forza di vita e di amore che rende capaci di vivere così. E quello che lo Spirito Santo ha operato tanti anni fa nei primi discepoli del Signore ora certamente continua ad operarlo in noi perché lo stesso Spirito Santo è venuto ad abitare in noi nel giorno del nostro Battesimo.
Il segreto della nostra vita sta proprio qui: nella semplice cooperazione con questo Ospite silenzioso e potente che è venuto ad abitare nella nostra casa e che è sempre assolutamente rispettoso della nostra libertà. I rapporti con questo Ospite spesso sono segnati da trascuratezza perché non ci ricordiamo neanche che Lui vive in noi, oppure da autosufficienza perché pensiamo di cavarcela da soli. Ma se con docilità lo lasciamo fare allora opera meraviglie: sono quelle cosa meravigliose che hanno operato i santi! Ora comprendiamo che non le hanno fatte loro ma lo Spirito Santo che operava in loro! Non dobbiamo avere paura a riconoscere che ciascuno di noi è chiamato a diventare santo. E questo non è altro che compiere docilmente e quotidianamente la volontà del Padre, come ha fatto Gesù, nei giorni e nelle situazioni nelle quali Lui ci ha chiamato a vivere.
Una delle opere più grandi che lo Spirito Santo opera in noi è la gioia. Una gioia che germoglierà dalla sofferenza.
Anche l’esperienza umana ci offre l’esempio di un dolore grande che non porta alla morte ma che porta alla vita: è la sofferenza del parto. E’ la gioia della donna che ha sofferto nel partorire un figlio ma che quando viene alla luce è inondata di gioia “perché è venuto al mondo un uomo!”. Se a noi, discepoli di oggi, tocca qualche momento di sofferenza, Gesù ci dona il criterio per sapere che cosa è: è una sofferenza che si trasformerà in gioia, è una sofferenza feconda che porterà alla vita e alla gioia!
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
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–> avvisi 26 maggio 2019