Come era bello ascoltare la storia di una donna che andava al pozzo a prendere l’acqua! Non sapeva nulla di Gesù che la aspettava e di quello che le avrebbe detto. Ma da quel giorno la sua vita cambiò per sempre. Oggi invece non è per niente bello ascoltare la storia di uomini che sono sicuri di quello che hanno imparato sul Dio dei loro padri, delle loro tradizioni religiose. Avvicinandosi a Gesù lo ascoltano con un certo interesse e curiosità. Forse anche per capire un po’ meglio alcune sue parole un po’ strane. Questo Gesù diceva di essere la luce del mondo e chi avrebbe seguito lui avrebbe trovato la luce della vita. Che insegnamento è? Poi aveva anche detto: “Il Padre che mi ha mandato dà testimonianza di me”. Di chi sta parlando? Sono ben lontani dal pensare che quel padre è Dio stesso. Infatti bisogna avere timore di Dio e perfino paura come è capitato al monte Sinai: tutti avevano paura quando Dio parlava e dava la sua legge da osservare! Dio non ammette eccessi di familiarità. Allora comprendiamo le parole del popolo d’Israele ascoltate nella prima lettura: “Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia!”. Tuttavia cominciano ad aderire all’insegnamento di Gesù, almeno per curiosità, senza sospettare che quando Gesù parla del padre si riferisce a Dio!
Allora Gesù li incoraggia a perseverare con le parole: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. A questa punto diventano permalosi. Loro si sentono già a posto così, non devono imparare niente di nuovo, loro sono maestri delle Scritture, loro sanno già tutto di Dio e della sua Legge. Non c’è nulla di nuovo da conoscere e in quanto discendenti di Abramo si sentono addirittura figli di Dio. Il contrasto diventa sempre più duro e si trasforma in uno scontro aperto e insanabile. La storia finisce male: quelli che avevano aderito a Gesù sono gli stessi che prendono dei sassi per colpire Gesù con l’intenzione di ucciderlo!
Come è possibile questo? Che cosa è successo? Potrebbe capitare anche a noi di essere cristiani un po’ superficiali e dopo un po’ di tempo arrivare a rinnegare con forza e violenza Gesù Cristo?
Ci sono parole tremende nel Vangelo di oggi. Eccole: “Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio!”. Cosa vuol dire “essere da Dio”? Vuol dire compiere una scelta chiara: voler amare, scegliere di amare! Così ci radichiamo in Dio che è amore! Poi cercando di amare possiamo compiere molti sbagli come la donna samaritana ma Dio stende su di noi la sua infinita misericordia e pazienza, e a poco a poco ci insegna che cosa è il vero amore: Lui ci ama per primo e insegna ad amare pure a noi. Ma se non compiamo la scelta di voler amare, ci chiudiamo in noi stessi come i Giudei del Vangelo che tirano i sassi a Gesù. Dio non ha paura dei nostri peccati e del nostro vagabondare lontani da Lui: alla fine verrà sempre a cercarci. In piena libertà dobbiamo solo compiere la scelta di voler amare! Allora “siamo da Dio”!
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
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–> avvisi 24 marzo 2019