DON BENVENUTO COMMENTA IL VANGELO DOMENICALE

Che tipo di donna era questa samaritana a cui Gesù ha chiesto un po’ d’acqua da bere? Anzitutto una donna come tante altre, una donna comune che si preoccupa della sua casa. Uno degli impegni principali nel passato era proprio procurare l’acqua per lavarsi e per cucinare perché senza l’acqua non si può vivere. Lei quel giorno è andata al pozzo a prendere l’acqua come tante altre andavano al fiume. Noi invece abbiamo l’acqua in casa.

Ma poi possiamo dire anche che subito si è mostrata diffidente e salda nei suoi pregiudizi di tipo razziale. Invece di dare semplicemente un po’ d’acqua a un passante, che è stanco e ha sete, si mette ad accusare: “Come mai tu che sei giudeo chiedi da bere da me che sono una donna samaritana?”. Però possiamo dire a suo vantaggio che è una donna che sa ascoltare questo strano personaggio che le parla di un’altra acqua che chiama acqua “viva”. Perché viva? Che differenza c’è con l’acqua normale? Forse questa donna è stanca di fare sempre le stesse cose e vede con piacere la proposta di avere una sorgente d’acqua che zampilla sempre. Una sorgente sempre a disposizione le farebbe molto comodo.

La più bella qualità di questa donna la dice Gesù stesso: “In questo hai detto la verità!”. Non l’ha detta tutta, ma solo un pezzo, però l’ha detta e a Gesù basta. Lei ha detto di non avere marito. Ed era vero perché era insieme con un uomo che non era suo marito ma prima di lui aveva avuto cinque mariti. Ma Gesù non l’accusa perché Gesù non accusa nessun peccatore, anzi la loda perché ha detto la verità. E qui vediamo l’altra bella qualità di questa donna: la sua umiltà. Avrebbe potuto ribellarsi alle parole di Gesù e accusarlo di essere invadente e di non farsi gli affari suoi. Invece accetta tutta la verità che Gesù le ha detto e così si mostra anche una donna travagliata interiormente: non nasconde il suo disordine interiore e la sua sete che in fondo era una sete di amore, di affetti sinceri e di relazioni buone che riempiono la vita e danno pace al cuore. Questa donna in fondo stava cercando un po’ di pace e di serenità nel cuore: e allora si apre a questo “profeta” venuto da lontano. Ne approfitta anche per fare una domanda sulla vita religiosa: dove pregare Dio? Come pregare?

Era una donna in attesa di uno che verrà a salvare e a risolvere tutto, a insegnare correttamente, ad essere una guida sicura. E Gesù le dice: “Sono io che parlo con te!”. Lei pensava che il Messia fosse un personaggio pubblico, un profeta capace di trascinare il popolo all’indipendenza, alla pratica della Legge, un personaggio severo, autosufficiente, potente, rispettabile, venerato da tutti, un personaggio inavvicinabile da una donna come lei e invece il Messia era lì davanti proprio a lei e unicamente per lei, solo, stanco, che chiedeva il favore di un po’ d’acqua perché aveva sete.

Altre cose si potrebbero dire di questa donna a proposito del suo andare al villaggio e parlare di quest’uomo che “le ha detto tutto quello che ha fatto”, cioè l’ha letta nel profondo del suo cuore. Ma ci fermiamo qui per chiederci: vediamo qualcosa di noi stessi in questa donna? Siamo un po’ anche noi così?

C’è un qualcosa di stupendo in tutta questa storia ed è che Gesù sapeva già tutto ed è andato al pozzo proprio per incontrare questa donna e attirarla a sé mentre lei era andata al pozzo solo per prendere acqua e fare le cose di tutti i giorni, non è andata per incontrare Gesù. Così quel giorno che per lei doveva essere un giorno assolutamente come tutti gli altri è diventato il giorno più importante di tutta la sua vita.

Qui dobbiamo davvero proclamare che “Tutto è grazia!” e constatare con gioia che Gesù fa le stesse cose anche con tutti noi!

Don Benvenuto Riva parroco di BallabioDon Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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–> avvisi 17 marzo 2019