LECCO – Permangono incertezze sulla conclusione della vicenda, lunga e certamente triste, riguardante la morte ad appena 28 giorni di un bimbo ballabiese, il piccolo Liam, episodio avvenuto nell’ottobre del 2015. Sulle cause del decesso non si è raggiunta ancora una certezza definitiva malgrado molti passaggi, diverse udienze e varie perizie. Il neonato aveva trascorso dieci giorni in una culla del reparto di Pediatria dell’ospedale Manzoni, ma medici e infermieri teoricamente coinvolti nel caso sono già stati prosciolti.
Qualche dubbio invece permane sulle cause naturali della scomparsa del bimbo. Gli esperti che stanno valutando i materiali a disposizione hanno stabilito finora che la morte è sopraggiunta per soffocamento, ma rimane tutt’ora da chiarire se sia avvenuta per i problemi polmonari del neonato emersi dall’autopsia o per un atto volontario. Il lavoro peritale prosegue, oggi si sarebbero dovuti conoscere gli esiti dei nuovi accertamenti ma il collegio di tecnici incaricato (l’anatomopatologo Paolo Tricomi, il pediatra neonatologo Massimo Agosti e il radiologo Carlo Bianchi Bosisio) non ha raggiunto ancora un verdetto definitivo.
Il tutto è stato dunque aggiornato a una nuova udienza che si terrà al tribunale di Lecco il prossimo 6 maggio.
Il procuratore capo di Lecco – Antonio Angelo Chiappani – che si occupa personalmente del caso, attende dunque le conclusioni dei periti per poi valutare le cause del decesso e avanzare la richiesta al Gup nei confronti dei genitori di Liam o di altri eventuali indagati.
RedCro