DON BENVENUTO COMMENTA IL VANGELO DI DOMENICA

Oggi ci viene dato da contemplare questo particolare momento della vita del Figlio di Dio, Gesù, ancora piccolo Bambino. Se siamo tanto abituati a pensare al Natale come un giorno avvolto da atmosfera particolare, da poesia e da festa, possiamo dire che qui c’è poco di natalizio. Eppure si tratta sempre di Gesù Bambino. Ma oggi lo contempliamo nella sua debolezza e nel suo abbandono: il suo destino è legato all’affetto, alla prudenza e alle scelte di Giuseppe e di Maria. Come in tutte le nostre giovani famiglie: sono il papà e la mamma che decidono tutto per il bambino che è stato loro donato da Dio.

Il Vangelo di oggi comincia con l’accenno a Erode, un re grande a suo modo, è stato anche potente ma soggetto all’imperatore di Roma, è stato un grande costruttore, ha abbellito Gerusalemme ma era malato, malato di potere e quindi aveva paura di perderlo. Per questo ha commesso quella grande sciocchezza e crudeltà di uccidere tutti i bambini di Betlemme dai due anni in giù con l’intento di uccidere anche il bambino che sembrava quello annunciato dagli antichi profeti. Lui viveva nella paura di perdere il potere e faceva vivere nella paura anche gli altri.

Ma cosa ne sapeva lui del potere spirituale? Del potere di Dio su ogni sua creatura? Accecato come era, come poteva immaginare che un angelo era a conoscenza dei suoi propositi segreti e poteva portare a salvezza proprio quel bambino che lui cercava per ucciderlo? Dopo pochi anni dove sono finiti tutti quelli che cercavano di uccidere il bambino? Lo dice l’angelo nel vangelo: “Sono morti quelli che cercavano di uccidere il bambino”.

Tutto questo dovrebbe suggerirci molte riflessioni a proposito degli uomini di oggi che si credono potenti e dominano sulle nazioni incutendo paura a molti: dove saranno fra pochi anni?

Allora vediamo Giuseppe che, obbediente alla volontà di Dio, prende sua moglie Maria e il Bambino Gesù e torna in Israele. Anche Giuseppe si lascia guidare dalla sua paura ma questa era più che altro prudenza. Invece che fermarsi in Giudea ha preferito tornare a Nazareth. Non si dice che gli sia apparso di nuovo un angelo, semplicemente fu avvertito in sogno.

Ecco: vediamo contrapposte la semplicità e la povertà di una giovane famiglia alla potenza di una casa reale con il suo esercito e le sue alleanze internazionali. Ma la potenza della benedizione di Dio è su quella povera famiglia. Passa in mezzo a pericoli e tribolazioni ma la provvidenza e la protezione di Dio la porta a salvezza. Anche Maria e Giuseppe hanno provato la paura e l’angoscia, sono stati dei fuggiaschi, hanno provato le strettezze legate all’instabilità, all’incertezza della casa e del lavoro, al sentirsi circondati da nemici che insidiano la stabilità e l’intimità familiare.

Non è forse quello che provano anche le nostre famiglie, prima o poi, in un modo o nell’altro? Abbiamo bisogno di guardare a questa famiglia di Nazareth che ci è donata da Dio come modello perché la possiamo imitare. Invochiamola perché ci illumini e ci guidi con il suo esempio. Il grande esempio che questa famiglia ci lascia in questo momento della sua vita è l’abbandono docile e totale alla volontà di Dio. E’ un invito a tutti noi, che qualche volta o spesso abbiamo paura e vediamo del buio davanti a noi, a dire: “O Dio, Tu hai permesso che arrivassimo fin qui e questa situazione a noi fa paura, ma Tu sarai anche capace di tirarci fuori da qui, la nostra vita è nelle tue mani!”. Dio non ha bisogno di molte nostre parole, vuole soltanto la nostra docile obbedienza alla sua azione di salvezza, come hanno fatto Maria e Giuseppe quando scappavano portando con sé il Bambino Gesù. Chiediamo questo dono per tutte le nostre famiglie e la benedizione e la provvidenza di Dio non le abbandonerà mai!

Libro del Siracide 44,23-45,1 Dio fece sorgere un uomo mite, Mosè, che incontrò favore agli occhi di tutti.
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 5,33-6,4 Ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso e la moglie sia rispettosa verso il marito. Vangelo secondo
Matteo 2,19-23 Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d‘Israele”.

Don Benvenuto Riva parroco di Ballabio
Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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-> avvisi 27 gennaio 2019