Nei giorni scorsi abbiamo avuto davanti ai nostri occhi il Bambino, nato da Maria, che ha ricevuto il nome di Gesù. Domenica scorsa abbiamo visto che alcune persone, venute dall’Oriente, hanno addirittura adorato questo bambino e gli hanno offerto incenso, come a Dio. Continuando il racconto di oggi l’evangelista Luca ci dice che Gesù “quando incominciò il suo ministero aveva circa trent’anni”.
Cosa è successo in questi trenta anni? Dov’è stato Gesù? Cosa ha fatto? E’ abbastanza semplice rispondere a queste domande: Gesù è cresciuto a Nazareth come tutti i bambini, Maria e Giuseppe si sono presi cura di Lui, l’hanno visto diventare ragazzo, giovane, uomo. Ha lavorato nella piccola azienda di Giuseppe che era falegname, si è guadagnato il pane con il lavoro delle sue mani, e insieme al lavoro ha imparato da Maria e Giuseppe anche la preghiera, è cresciuto in tutto e per tutto come un Israelita che andava di sabato nella sinagoga ad ascoltare le Scritture e partecipava alle feste ebraiche, soprattutto la Pasqua. Non ha dato nessun segno di potere straordinario (per esempio le guarigioni dei malati)e non ha preteso nessun privilegio.
A poco a poco si è formata in lui la coscienza di essere il Figlio di Dio. Non dobbiamo pensare che Gesù ha sempre saputo tutto con chiarezza. Se così fosse, non sarebbe stato in tutto come noi, tranne che nel peccato. Anche noi a trent’anni abbiamo avuto una coscienza di noi stessi, dei nostri doveri, del compito che abbiamo nella vita, che non avevamo a dieci o a vent’anni. Questo vuol dire che anche i bambini e i giovani di oggi devono avere una grande pazienza anche con se stessi e accettare il fatto che non possono pretendere di sapere con chiarezza la verità su se stessi e sul proprio futuro.
Oggi ricordiamo un giorno importante nella vita di Gesù ormai diventato uomo adulto: il giorno in cui ha capito finalmente con assoluta certezza chi era Lui, da dove veniva e cosa doveva fare, ora che era diventato grande: Lui, Gesù, è il Figlio amato di Dio e la sua missione è riassunta nel suo stesso nome: Gesù, che vuol dire Salvatore. Dovrà salvare i suoi fratelli dal male e dalla morte eterna! E li salverà rendendoli simili a Lui: Figli amati da suo Padre. Si sta parlando di Gesù e si sta parlando di tutti noi. E nel Vangelo si dice che Gesù ha ricevuto questo dono dal Padre “mentre stava in preghiera”!
Ma subito dopo, seguendo il racconto, si presenterà Satana a Gesù a insinuargli un terribile sospetto: ma è proprio vero che tu sei Figlio di Dio? Se sei figlio di Dio devi dimostrarlo davanti a tutti per esempio prendendo questi sassi e trasformarli in pane! Oppure buttati giù dal tempio e vola come un angelo o come un uccello, e tutti sapranno che sei potente! Ma Gesù non ha seguito queste parole del tentatore!
Gesù ha ricevuto questo dono della piena coscienza di sé dalla viva voce del Padre e ha creduto a quello che il Padre gli ha detto. Anche quando sarà circondato da nemici che lo odieranno e lo condanneranno a morte Gesù sapeva di essere il Figlio amato del Padre. E quando ha dato l’ultimo respiro ha pregato il Padre di accoglierlo nelle sue mani!
Facciamo festa con Gesù Figlio di Dio e facciamo festa anche per noi: perché le parole che il Padre ha detto a Gesù le dice anche a ciascuno di noi: Tu sei il mio Figlio che amo!
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
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–> Avvisi 13 gennaio 2019