GIOCO D’AZZARDO, LA LOMBARDIA ISTITUISCE L’OSSERVATORIO SULLE DIPENDENZE. QUANTO COSTERÀ IL DECRETO DIGNITÀ?

La Lombardia scende in campo nella lotta al gioco d’azzardo promossa dal governo Lega-5 Stelle. Il tanto discusso Decreto Dignità ha segnato una svolta nella regolamentazione dell’industria, nonostante l’importanza che questa ricopre all’interno dell’economia del nostro Paese. La regione ha deciso di agire in linea con l’esempio dettato dal governo centrale, con un provvedimento molto importante volto a garantire la sicurezza dei propri cittadini.

La Giunta regionale ha infatti istituito l’Osservatorio epidemiologico per le dipendenze, insieme a un tavolo con gli erogatori in cui istituire un confronto periodico sulla situazione locale. La misura è prevista nella delibera delle “Regole di sistema 2019”, che delineano le linee guida da seguire in diversi settori. Un’altra decisione fondamentale è l’avvio di attività per la diagnosi, la cura e la riabilitazione sul gioco d’azzardo patologico da parte di Ats. Una scossa per far avvertire la presenza della regione in una battaglia che sembra prendere piede in tutta la penisola. La delibera affiancherà quella già approvata, che prevede lo stanziamento di 1,28 milioni di euro per informare le scuole sui rischi della ludopatia. Costi che si aggiungono alla questione finanziaria scatenata dal Decreto Dignità.

La novità legislativa approvata dal governo prevede il divieto delle pubblicità sul gioco d’azzardo a partire dal 2019. A farne le spese, come spiega un articolo pubblicato su “Premio Borciani”, saranno soprattutto le emittenti televisive e le società sportive, che ricevono introiti fondamentali da questi sponsor. Il previsto calo di entrate per l’industria del gambling avrà poi una notevole influenza sulle casse dello Stato, che ogni anno rimedia circa 10 miliardi di euro di contributi dal settore. Anche solo ipotizzando un calo del 10% nei prossimi due anni, bisognerebbe trovare un modo per rimpiazzare il miliardo nelle entrate. Non meno spinosa la questione dei posti di lavoro, in un’industria che impiega tra i 150.000 e i 200.000 dipendenti. Il problema della disoccupazione, tra i più caldi nell’agenda politica degli ultimi anni, rischia di essere amplificato dalla rivoluzione del sistema. Tutti interrogativi a cui si aggiungeranno le spese degli enti locali per supportare la direzione intrapresa dal governo. Il conto sarà salato, ma i numeri dicono che può valerne la pena.

La Lombardia dal canto suo è la regione in cui la raccolta è maggiore. Gli ultimi dati parlavano di un volume di gioco di 14 miliardi di euro nella regione, su un totale nazionale di circa 78 miliardi per il settore fisico. Di fatto il ramo lombardo è il più robusto della filiera, tanto da avere il doppio della spesa di Lazio e Campania, le prime inseguitrici. Tra le città più coinvolte merita un posto d’onore Milano, dietro soltanto a Roma per il numero di slot machine e la quantità di denaro puntato annualmente. Non sfigurano nemmeno province come Brescia e Pavia, con quest’ultima che conta una delle densità di gioco più elevate del Paese. Lecco e dintorni, pur rimanendo ai livelli della media nazionale, non sembrano presentare una situazione preoccupante, soprattutto se confrontate alle altre realtà locali. Almeno all’inizio del nuovo anno zero della filiera del gambling.