SALUTE: ATTENTI ALLA TOSSE, POTREBBE ESSERE BPCO

La conoscono in pochi eppure è destinata a diventare la terza causa di morte. La miglior cura è la diagnosi precoce e l’aderenza alla terapia.

Parliamo della BPCO, candidata a diventare nel giro di pochi anni la terza causa di morte sul pianeta dopo le malattie cardiovascolari e i tumori, eppure la Bpco – broncopneumopatia cronica ostruttiva – per un italiano over 40 su due resta un’illustre sconosciuta.

L’indagine –  Da uno studio su un campione di 1.000 adulti è emersa una percezione errata della malattia in termini di incidenza e gravità. “I dati della medicina generale indicano una prevalenza della Bpco intorno al 3% – spiega Francesco Blasi, ordinario di Malattie respiratorie dell’università degli Studi di Milano – In realtà, se andiamo a vedere i dati epidemiologici raccolti facendo la spirometria nella popolazione, in tutto il mondo la prevalenza è fra il 6 e il 9%. Il che vuol dire che in Italia possiamo aspettarci circa 5 milioni di pazienti con la Bpco e di questi circa la metà con una forma moderata-grave o molto grave, cioè persone in cui la funzione respiratoria è alterata in maniera importante. Purtroppo molti di loro non se ne preoccupano.”

I sintomi – Si respira male, si ha quasi sempre la tosse e spesso si va incontro a febbre, perché nei bronchi pieni di muco i batteri si sviluppano a grande velocità. Dando luogo a infezioni ripetute.

Potrebbe essere questo l’identikit della Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), sigla che individua due malattie molto diffuse soprattutto tra gli anziani: bronchite cronica ed enfisema polmonare.

Cosa succede nei bronchi di chi soffre di questa patologia? Le difficoltà a far uscire l’aria dai polmoni e quindi a farne entrare della nuova, ricca di ossigeno, riconoscono due diversi elementi causali. Nel caso dell’enfisema il problema è legato soprattutto alla progressiva distruzione degli alveoli polmonari, che rappresentano la “stazione” anatomica in cui si verificano gli scambi tra l’aria ed il sangue. Nel caso della bronchite cronica, invece, il meccanismo di base consiste nella riduzione del diametro delle vie aeree, che porta ad un’oggettiva difficoltà per l’aria ad entrare ed uscire dalle vie respiratorie. Se poi si pensa che spesso queste due malattie si associano nello stesso individuo, ecco spiegato come sia pesante da sopportare il danno per la respirazione, e alla fine per l’intero organismo.

Cause note –  Nell’indagine presentata a Milano nell’ambito del progetto di Gsk Italia “Nel nome del paziente: il vissuto, l’ascolto, le risposte terapeutiche”, si è visto che due persone su tre sanno riconoscere nel fumo, nell’inquinamento e nell’ambiente di lavoro malsano, condizioni tra le principali cause scatenanti.  Poco più della metà della popolazione percepisce la necessità di assumere i farmaci quotidianamente e con regolarità, la restante parte non sa esprimersi o pensa sia sufficiente un utilizzo “al bisogno”. Tutti però indicano come gravi e molto gravi i disturbi della Bpco, sebbene solo la metà ritenga che chi ne soffre debba affrontare delle rinunce, adeguando la sua vita alla patologia.

Il medico di base – Un ruolo cruciale è ancora una volta quello dei medici di famiglia, sottolinea Gabriella Levato, segretario regionale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Lombardia: “Siamo una sorta di ‘front office’. A noi i pazienti si rivolgono per moltissimi motivi e possiamo indagare sui fattori di rischio da un lato, ma anche responsabilizzare il paziente sulle terapie.

Solitamente il malato pluripatologico tende a sospendere la cura per la Bpco, quindi bisogna rinforzare il messaggio di volta in volta, e monitorare”.

Insomma in caso di malattia, migliorare la qualità della vita è possibile, ma i risultati rimangono costanti solamente se le indicazioni dei medici vengono seguite con attenzione e costanza.

Edoardo Stucchi