LECCO – La vicenda risale al mese di dicembre dello scorso anno quando Artù, bell’esemplare di pastore tedesco residente nei pressi di via Cinturino con la sua famiglia, riceve una serie di colpi di fucile (a pallini) da un vicino di casa, il 45enne G. B. – lecchese di origine ma con una seconda abitazione a Ballabio. “Motivo”, secondo lo sparatore, il fatto che Artù abbaiava; attività normale, per un cane, ma evidentemente non ritenuta tale da questo signore. Che, purtroppo per il pastore tedesco, possiede due carabine ad aria compressa con le quali (più volte: a primavera dello scorso anno e in altre due occasioni), “tira” da casa sua contro l’indifeso quattrozampe. Centrandolo con diversi pallini: Artù finisce dal veterinario, che ne referta il ferimento.
Dopo la denuncia in Questura, la Squadra scientifica della Polizia riesce a risalire allo sparatore, che ammette le proprie responsabilità – dopo una perquisizione in piena regola che consente di trovare in casa i due fucili (nella foto di copertina).
Oggi G. B. è stato giudicato dal Gup di Lecco Massimo Mercaldo (PM Silvia Zannini) che lo ha condannato con rito abbreviato a 40 giorni – pena sospesa in quanto incensurato – e alla confisca delle armi. L’accusa: il nuovo reato di maltrattamento di animali.
Ma la cosa potrebbe non finire qui: “Quando avremo il testo della sentenza – ha dichiarato l’avvocato difensore di G. B. Sergio Colombo – valuteremo se presentare un esposto per disturbo della quiete pubblica”.
LEGGI ANCHE:
LO SPARATORE DENUNCIATO: AVEVA TIRATO VARIE VOLTE CONTRO ARTÙ, IL PASTORE TEDESCO DEI VICINI