Ci ricordiamo quello che Gesù ci ha detto domenica scorsa? Ci ha detto di rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo. Questo avvenimento a noi è già capitato: è il nostro Battesimo. Lo Spirito Santo è entrato nel nostro cuore e ci ha purificati, ci ha santificati, ci ha illuminati. E adesso che succede? Dobbiamo accontentarci di questo? Cosa c’è di più bello che essere persone nuove, sante, vive?
Eppurec’èdavveroqualcosadipiùbelloancora,c’èun motivoprofondopercui Gesù ci chiede di rinascere dall’alto e avere un cuore nuovo: ed è che Lui stesso vuole venire ad abitare in noi, anzi vuole diventare una sola cosa con noi, realizzare una comunione d’amore. Adesso sì che possiamo dire: non c’è nulla di più bello e di più grande, adesso sì che possiamo dire: siamo giunti al termine di un lungo cammino. Infatti non possiamo andare oltre e cercare qualcosa di più grande della nostra unione con Dio. Ecco la grandezza del sacramento dell’Eucaristia!
Ecco come Gesù ci prende per mano e ci istruisce a poco a poco: prima dice: “Io sono il pane disceso dal cielo”. Poi dice: “Io sono il pane della vita”, poi va ancora più in profondità e dice: “Io sono il pane vivo” e siccome il pane è fatto per essere mangiato aggiunge pure: “Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. E’ come se ci dicesse direttamente: “Mangiatemi, sono io il vostro cibo, nutritevi di me, sono io che vi do la forza. E come è così naturale comprendere che si mangia per vivere così anche il cibo che vi do io, e che sono io stesso, vi dà vita e questa vita è la vita divina e la vita eterna!”
Possiamo comprendere i poveri Ebrei che mormorano e che fanno fatica ad accettare un insegnamento e un invito così straordinario!
Ma noi siamo cresciuti in una comunità di fede che ci ha abituati fin da piccoli alla presenza del Pane eucaristico e di questo pane diciamo semplicemente che è Gesù. Davanti a questo Pane noi ci inginocchiamo in adorazione. Lo portiamo in giro per il paese in processione e facciamo vedere a tutti che Gesù è con noi! Tutto questo non ha bisogno di spiegazioni teoriche. Bisogna invece farne l’esperienza diretta!
Chi mangia con fede e con amore questo pane sapendo che è Gesù, sperimenta nella vita di tutti i giorni che proprio lì trova la forza di andare avanti, di affrontare momenti difficili, di alimentare la propria speranza, di sentire nel proprio cuore la fiamma dell’amore.
Anche noi dobbiamo fare come Elia. Stava fuggendo dai suoi inseguitori che volevano catturarlo e si sente venir meno, è desideroso di morire perché si sente solo, incompreso e abbandonato da tutti. Ma gli viene dato un cibo dall’angelo del Signore e viene invitato a mangiare. “Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb”. Imitiamo Elia affrontando anche noi il cammino della vita con la forza del cibo che ci viene donato dal Signore.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
Scarica il foglietto –> Avvisi 23 settembre 2018
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