Bisogna certo dispor l’animo alla lettura di pagine tanto particolari quali Giovanni dedica all’ultimo incontro di Gesù coi discepoli. Loro – ignari di quanto incombe – pensano, gioiosi, a celebrar la Pasqua. È festa, non tanto di cerimonie collettive: liturgie di tempio o sinagoga, ha piuttosto intensità religiosa e insieme intimità famigliare. Evocazione d’antico, di liberazione che gusta respiro ampio di libertà: un tempo da schiavitù ed ora del cuore, dono di Adonai al popolo in cui proprio i legami famigliari trovano radici e concretezza. In questo contesto d’intimità, di famiglia, Gesù parla così accoratamente ai suoi. Ben conosce quanto è drammaticamente imminente, loro – è naturale – faticano a capire discorsi tanto intimi. Arrivano a svelare le profondità del suo cuore, a scoprire l’intima relazione con il Padre.
Ecco in questo “libro dell’Ora” l’inizio della pagina così alta, vibrante, intima com’è la preghiera di Gesù. Solitamente è detta sacerdotale, il suo contenuto invita a leggerla per l’unità.
È davvero consolante pensare che nell’intimità del rapporto tra Figlio – Gesù – e Padre entri questo tema, stia così profondamente a cuore, l’unione tra i suoi discepoli, tra chi crede e avrà creduto in lui, chi si è fidato e affidato a lui. Ci siamo anche noi in quella cordialità affidata e condivisa col Padre. Gesù raramente (forse solo in quel peculiare momento davanti la tomba di Lazzaro) ha avuto parola così diretta al Padre.
Lì siamo entrati noi: gli uomini che sono la sua cura sino a donar loro la vita per una creazione nuova nello Spirito per innalzarli alla sua gloria: quella del Padre stesso. Gesù si è immerso nell’umanità fragile, la nostra umanità fragile a Betlemme, ma in modo evidente anche a noi nel battesimo al Giordano: ha assunto tutta la nostra debolezza che è di male, di peccato. Ora questa umanità, questa nostra umanità, vuole portare a salvezza: alla gloria, alla vita rinnovata nello Spirito, perché possiamo essere una cosa sola tra noi nell’intimità di Gesù e del Padre suo e nostro.
Don Gianbattista Milani
Parroco di Ballabio