BALLABIO – Ricordare, ricordare Pino Galbani che a Ballabio aveva trascorso i suoi anni felici e spensierati prima degli orrori a lui inflitti da politiche scellerate violente e totalitarie. Pino e tutte le migliaia di donne, uomini, bambini, strappati agli affetti, catapultati in un inferno di torture indicibili, bestialità e orrore. Questo è stato il principale tributo alla memoria della serata “Concerto della Rimembranza” organizzato dall’amministrazione comunale in sala Consiliare a Ballabio e alla presenza del sindaco Alessandra Consonni e di don Gianbattista Milani dove un buon numero di persone ha ricordato Pino Galbani e le vittime dei lager, ma sono state ricordate le povere vittime delle foibe e dei gulag.
“Sempre vittime innocenti che ci implorano di non essere dimenticate e ci ammoniscono a tenere alta l’attenzione perché non debba mai più accadere…”. È stato sottolineato nei vari interventi, intervallati dalle struggenti note di Tributo al dolore del pianista e maestro Alberto Minonzio.
“Pino che a Ballabio è rimasto sempre legato; Pino che è sempre stato disponibile e generoso nel portare testimonianze che ancora lo facevano soffrire e gli toglievano il sonno; Pino che ha voluto che io andassi a prendere i suoi libri perché restassero a suo ricordo nella biblioteca di Ballabio.” Ha ricordato Anna Cugnaschi.
Una serata organizzata per non dimenticare Pino Galbani e le migliaia di vittime innocenti sacrificate alle aberrazioni di politiche perverse. Con la promessa da parte del sindaco Consonni rivolta al nipote Oscar di una decisione che “Tra pochi giorni conto di poter dare a lui e ai concittadini la notizia della scelta che farà questo paese per onorare la memoria delle sofferenze patite nel lager dallo zio Pino Galbani e della sua testimonianza civile”.
Il tutto dopo le clamorose dimenticanze da parte dell’amministrazione ballabiese, incredibilmente assente ai funerali del reduce – celebrato a Lecco ma appunto senza la presenza del nostro municipio. Che poi ha promesso più volte di intitolare una via o una piazza a Galbani, senza però mai mantenere l’impegno nei fatti. Speriamo sia la volta buona.