BALLABIO – Matt Barton, ai tempi studente e oggi docente d’Arte in Pennsylvania, ne parla così sul suo sito personale: “Project in Ballabio, near Lake Como, Italy – 2005“. Quasi 13 anni fa, infatti, il nostro paese ebbe la straordinaria occasione – durata purtroppo soli pochi giorni – di assistere ad una esposizione curata dalle accademie di Brera/Milano e della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, negli Stati Uniti. Complice la parentela delle due ex cognate, professoresse d’arte Maria Teresa e Michelle Illuminato, nacque nella ex Colonia dei Ferrovieri “Junk is back_ La spazzatura è tornata”.
Così descrive quell’esperienza una studentessa islandese nella sua tesi del 2009
“The exhibition was named Junk Is Back/La Spazzatura e Tornata, as most of the material was recycled or somehow had a former life as something other than an art project”.
Gunnhildur Una Jonsdottir
Dunque, si trattava di qualcosa di diverso e ulteriore rispetto ad un semplice progetto artistico: un’esposizione nella quale la maggior parte del materiale utilizzato era riciclato o comunque aveva avuto una “vita precedente“.
Ballabiesi e non solo assistettero così ad una via di mezzo tra una mostra vera e propria con installazioni curiosissime che occupavano interno ed esterno del grande edificio e una performance live, futto della creatività di un gruppo straordinario di giovani provenienti da paesi diversi e dotati di differenti sensibilità. In fondo – dunque forse non per caso -, la cornice stessa della manifestazione era qualcosa di “riciclato” e con una vita pregressa: la famosa ex Colonia, da qualche tempo in mano ad un imprenditore brianzolo che l’aveva pagata fuor di quattrini con l’intento di trasformarla in una attività ricettiva, sogno mai realizzato per una lunga serie di problematiche tutt’ora insuperate.
Un’altalena basculante che faceva muovere vestiti appesi sulla facciata dello stabile, l’atelier di abbigliamento (rigorosamente usato e “risistemato”) all’interno, installazioni particolari e mobilia riattata, esperienze di fisica abbinata all’arte – a costo zero – e altro ancora furono al centro di una settimana o forse anche meno di grande animazione, l’unico periodo nel quale realmente la vecchia colonia dei ferrovieri visse una propria vita.
I ragazzi da tutto il mondo si erano sbattuti non poco per ridipingere, adeguare le sale interne, allestire l’esposizione; poi però (e all’improvviso) il ‘padrone di casa’ chiuse tutto e la mostra finì lì – non senza polemiche.
Successivamente, l’idea di ospitare comitive nella struttura accanto alla Provinciale, riportando la Colonia alla sua vocazione “alberghiera” si scontrò con adempimenti e obblighi di legge, e a distanza di 12 anni questo maxi edificio rimane tristemente disabitato.
Non più colonia, mai funzionato come ostello, l’unica esperienza positiva del suo recente passato è stata proprio “Junk“. Dalla spazzatura può rinascere qualcosa di buono.
Appunto.
L’ex Colonia, oggi.
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Articolo di Sandro Terrani per Ballabio News
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