BALLABIO – “È la legge italiana, baby“. Funziona così, un pubblico ufficiale si becca 15 giorni di prognosi dopo essere stato menato per aver chiesto documenti e biglietto a una persona, e quest’ultima se la cava con una leggerissima denuncia a piede libero. Tradotto, dopo averla combinata, essere scappato a piedi da Ballabio a Laorca e avere coinvolto un bel po’ di polizie (locali e Provinciale), una volta portato in Questura e identificato il malfattore è stato rimesso in circolazione. Tutto come da norma, in questi casi, niente di “anomalo”. O forse no, può essere che proprio le regole risultino un pochino (…) fuori dagli standard. Diremmo da quelli della logica, prima ancora che del diritto.
E qui non c’entra la nazionalità di chi ha fatto male al vigile di Ballabio; fosse stato un italiano, nulla cambierebbe nel giudizio di una vicenda paradossale. Perché lo stesso aggredito potrebbe trovarsi davanti, già in queste ore, l’energumeno che gli ha procurato danni a una mano e a una spalla, libero e con il solo peso di una denuncia a piede libero. Per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, mancata esibizione del permesso di soggiorno e di un valido documento di riconoscimento.
Da una parte, la denuncia, un pezzo di carta pur con tutte le conseguenze (comunque eventuali, futuribili, non certe quanto poco sicura è la certezza della pena nel nostro paese), dall’altra un fatto acclarato e non controvertibile: l’assistente scelto della Polizia Locale di Ballabio Marco Combi resterà a casa in infortunio fino al 1° novembre compreso. Un danno per lui e per la comunità, che si aggiunge a quello fisico e psicologico diretto, patito dal vigile residente a Barzio.
Il simbolo della giustizia è quella famosa bilancia, giusto? Beh, in questo caso (per ora, ma lasciateci essere un filo pessimisti sull’esito finale) il peso sta tutto su uno dei due piatti. Troppo leggero quel pezzo di carta rimediato in Questura a Lecco, rispetto a tutto il resto.