LA LETTERA: “SOPRAVVIVERE SULLA LECCO-BALLABIO”

Sorpassi immortalati nel settembre 2017

Sono un utente della Lecco-Ballabio già da quando era solo un cantiere, da ragazzi incoscienti sfruttavamo la pista del cantiere per andare a fare il bagno al fiume. Ho utilizzato poi la strada per lavoro con il camion, si sale e si scende piano, si accosta per far passare il traffico quando si può e con lentezza si guarda quello che ci circonda.

Ad oggi la faccio due volte al giorno anche se spesso ripiego  sulla strada vecchia perché quella nuova mi fa paura in sella ad un motociclo. Il limite dei 70km/h non si vede, la gente probabilmente non capisce che due macchine che si scontrano a 100 km/h é come finire addosso ad un muro a 200 e non è  bello…

Ci sono dei cartelli di distanziamento minimo che non si osservano ma basterebbe capire che se ci sono c’é un motivo di sicurezza che non sto a spiegare.

Ci si trova a veder sorpassi assurdi,  dei 9 km del percorso inizialmente si vedevano sorpassi solo sul rettilineo di Versasio, ora invece si supera anche sul ponte del Passo del Lupo. Spesso e volentieri ci si ritrova attaccati ai freni con la paura di un impatto frontale.

Ho visto inversioni impossibili, da un bilico fermo in piazzola invertire il senso di marcia ad un giardiniere che scendendo da Ballabio ha deciso di uscire a Malnago facendo una bella inversione senza freccia.

C’è  chi col telefono in mano invade l’altra corsia ritrovandosi contromano in galleria.

Insomma ci si rischia la pelle ogni giorno.

Un sopravvissuto sulla Lecco-Ballabio anche oggi