LA MEDITAZIONE DI DON GIANBATTISTA: “IO SONO RESURREZIONE E VITA”

Davanti alla morte, spesso rimaniamo sgomenti, come quasi ogni uomo, anche quando crediamo d’avere fede, come già fu per Marta, la sorella di Lazzaro, nella resurrezione dell’ultimo giorno. A lei il Signore Gesù fa un’affermazione cui non sappiamo abitualmente dare il peso che effettivamente ha: “Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se morto vivrà e chiunque vive e crede in me non morirà mai”.

Qui il Signore afferma che la fede, l’affidamento a lui, l’essere suoi discepoli costituisce la vita vera. Lazzaro è certamente morto: il fetore del corpo, oltre che ogni occhio, lo può attestare; eppure – discepolo com’è – “vive”. Per chi ha ricevuto lo Spirito di Dio (nella fede che è dono del battesimo) non si interrompe più la vita, quella vera. La morte rimane una pura necessità fisica che non mette fine al legame con Dio che è vita.

Gesù non propone al suo discepolo una “via” diversa per la vita, ma una “vita” diversa definitiva. Se noi andiamo verso Gesù con la fede, Gesù – che è Dio – viene a noi, ci dona, la vita, quella vera, che non può più – proprio perché è vera, è quella di Dio – interrompersi. La risurrezione di Lazzaro è dunque solo segno. È la considerazione umana della morte che l’ha riposto e vi ha messo sopra una pietra; Gesù la fa togliere: “Togliete la pietra” e chiama: “Lazzaro vieni fuori!”; il “morto” esce – notiamo – paradossalmente, da solo, perché è “vivo”, sono però coloro, che lo hanno imbalsamato di morte, a dovergli togliere le bende: devono riconoscere la propria mancanza di fede nella vita divina.

Morire non è per chi crede smettere di vivere, è solo decadere dalla condizione fisica, cessare la visibilità mortale. Gesù, nella fede che ci dona il battesimo, ci dà la stessa, naturalmente immortale, vita di Dio.

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DON GIAMBATTISTA MILANI RITAGLIODon Gianbattista Milani
Parroco di Ballabio