PIANI DEI RESINELLI – Ci ha messo dentro tutto se stesso, al punto da rischiare seriamente la vita nel tentativo di salvarlo, il rifugio “Carlo Porta”. Ma adesso Claudio Trentani sembra in procinto di andarsene, mollando la gestione dello storico e ultrecentenario presidio del CAI di Milano ai piedi della Grignetta. La voce non è confermata dall’interessato ma fonti certe garantiscono che la storia di autentico amore tra il rifugista milanese (già alla Sem e poi al Forno della Grigna) e il ‘Porta’, sia ai titoli di coda.
Trentani era arrivato nella storica struttura posta a quota 1.426 metri nel 2012.
E appena sistematosi sopra ai Resinelli, all’alba del 7 febbraio, il suo rifugio era andato a fuoco a causa di un violento incendio che ne devastò buona parte. Arrivato sul posto di prima mattina, Claudio era rimasto intossicato mentre cercava da solo di limitare i danni in attesa dell’arrivo non semplice dei pompieri (all’epoca neve e ghiaccio rendevano difficile raggiungere l’edificio). Ricoverato all’spedale, fortunatamente se la cavò e dopo un lungo e faticoso restauro riuscì a far partire la sua gestione.
Giunta ora al termine.
Come anticipato in precedenti articoli, i rapporti tra una parte dei rifugisti che fanno capo alla sezione milanese del CAI sta vivendo dei forti “mal di pancia“, eufemismo nello specifico per delineare la situazione di forte contrasto con la recente politica dei vertici dell’importante Club Alpino del capoluogo lombardo. Affitti aumentati, spinta al profitto e verso “eventi” eccetera, compresa l’imminente sostituzione dell’altro gestore sulla Grignetta (Mauro Cariboni del ‘Rosalba‘, che terminerà a fine anno la sua lunga presenza da queste parti): le frizioni sul ruolo stesso di chi manda avanti un rifugio e della autentica ‘missione’ rappresentata da questi avamposti-presidio sarebbero al centro anche di questo nuovo addio.
Claudio Trentani non conferma ma c’è chi lo dà già pronto ad accasarsi altrove, probabilmente ancora in qualche rifugio – certamente non di proprietà della stessa sezione del CAI.
Di sicuro una grande perdita per la Grignetta, dove Trentani ha interpretato “alla vecchia maniera” la sua parte: non quella del semplice ristoratore/albergatore ma dando consigli e spiegazioni, lanciando l’allarme quando ce n’era bisogno, curando l’ambiente circostante. Facendo il rifugista insomma. Non proprio l’uomo d’affari della montagna.